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Bimba ferita durante i festeggiamentiImpiegato confessa: ho sparato io

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L'uomo, che aveva in casa 13 armi da fuoco, ha confessato di aver esploso un colpo di fucile dal suo balcone

Nicoletta Orlandi Posti
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  Sarebbe un cinquantenne incensurato di 50 anni, impiegato, con una sfrenata passione per le armi, il responsabile del ferimento con un colpo di pistola di una bimba di 10 anni avvenuto a Monte Olimpino, un quartiere di Como, subito dopo la vittoria dell'Italia contro la Germania. I carabinieri comaschi ieri lo hanno interrogato davanti al pm di turno, e al termine del colloquio l'uomo è stato trasferito al carcere cittadino del Bassone: ha infatti ammesso di avere esploso quella notte alcuni colpi con una carabina calibro 22 sparando verso la montagna dietro casa, e poi mirando una lattina che teneva sul balcone di casa in via Barberini, a 150 metri in linea d'aria dal punto in cui è stata colpita la bambina. Da quanto è stato possibile ricostruire l'uomo - che in casa ha un arsenale di 13 tra fucile e pistole, tutte denunciate - dopo le 23.30 di giovedì era uscito sul balcone di casa e aveva sparato per festeggiare, utilizzando una delle sue armi. Il balcone si trova a un centinaio di metri in linea d'aria dal punto in cui transitava la Volkswagen con a bordo la famigliola della vittima. A lui i militari del nucleo operativo di Como sono risaliti dopo aver analizzato i permessi di porto d'armi rilasciati ai residenti della zona di Monte Olimpino e dopo aver effettuato un ulteriore sopralluogo sul punto della tragedia sfiorata utilizzando il "laser pointer". L'impiegato ha ipotizzato che il colpo possa essere stato deviato dalla lattina, ma questo sarà una perizia balistica a stabilirlo.  Il fermo per i reati di lesioni personali aggravate e detenzione illegale di munizioni è stato disposto non per il pericolo di reiterazione del reato ma per il pericolo di fuga dell'indagato.  

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