La vittoria dei Super Mario:crucchi e cancelliera ko
Balotelli con due perle manda a casa i crucchi. Monti fa piegare il capo alla Merkel. Uno lo amiamo, l'altro meno, ma per una volta li applaudiamo tutti e due
Sulla sottile linea rossa che unisce Bruxelles a Varsavia cammina un tandem d'attacco che, ammettiamolo, ci ha fatto godere. Da ovest verso est muoveva, scoprendo il corpo statuario, il primo Mario, fumantino e non bocconiano, nero di carnagione, criticato e bersagliato (troppo spesso), il Mario che ci ha regalato un sogno calcistico: ecco il signor Balotelli. Da est verso ovest si muoveva più lento, con un fisico certo non comparabile, il secondo Mario, poco simpatico e decisamente più istruito, latteo di carnagione, inviso agli italiani (e soprattutto a Libero) che però, per una volta, riceve anche il nostro applauso: ecco il signor Monti, al cui cospetto si è inchinata Angela Merkel. La Cancelliera per una volta ha ceduto, e al Prof bisogna dargliene atto. Museruola ad Angela - La notte di questo giovedì 28 giugno ha chiuso una di quelle giornate che gli italiani non possono scordare. La notte di questo 28 giugno ha lasciato il passo a una di quelle mattine in cui ti svegli con il sorriso. In testa le immagini delle due strepitose reti con cui Super Mario ha spedito a casa gli arci rivali (e arci sconfitti) crucchi: i tedeschi dicono addio al sogno europeo, mentre noi ci andiamo a giocare la finalissima di Kiev contro la campionissima Spagna. Poi accendi la televisione e scopri che è accaduto l'imponderabile: la Cancelliera ha detto "ya", consegnando la vittoria all'altro Mario (Monti) e al suo omologo transalpino, Francois Hollande. Il premier italiano, dall'attesissimo vertice di Bruxelles, ha portato a casa il meccanismo salva-spread con cui mitigare il differenziale tra titoli di Stato tedeschi e quelli di altri Paesi (proprio come voleva). Magari - anzi, sicuramente - la vittoria del Professore non emoziona quanto il missile terra-aria scagliato da Balotelli su assist di Montolivo. Ma la vittoria di Monti è importante come quella degli Azzurri, anzi anche di più: c'è ancora Europa, c'è ancora Italia e alla Merkel, almeno per qualche ora, hanno messo la museruola. Pugni sul tavolo - Che più diversi non si può, a unire i due Mario d'Italia non c'è soltanto la sottile linea rossa che unisce Bruxelles a Varsavia. Balo e Monti, infatti, hanno picchiato i pugni sul tavolo. E che a farlo fosse il centravanti del City non è certo una novità: a tutte le sue - passateci il termine - "vaccate extracalcistiche" ha sempre risposto in modo sguaiato e (pre)potente, senza volersi prendere le ovvie responsabilità e - appunto - sbattendo i pugni sul tavolo. Mario (Balotelli) ha sempre gridato, con le sue non-esultanze, con le magliette ("Why always me"), con i cartellini rossi, con i calcioni, le freccette, i petardi e le macchine scassate. Chi invece non avevamo mai sentito strillare né battere i pugni sul tavolo era il premier, che col suo sorriso beffardo ha fatto invece gridare gli italiani (per le tasse). Ma proprio nel momento di più grande difficoltà è saltato fuori il Monti che non ti aspetti, quello che minaccia di boicottare la Merkel: "Niente soluzioni per i titoli di Stato? E allora ti scordi la Tobin Tax". Alzi la mano chi si attendeva una presa di posizione così netta. La minaccia ha funzionato. Monti al termine del vertice di Bruxelles gongolava: "E' stata una vittoria dell'Italia, abbiamo ottenuto quello che volevamo". Mario danzava vittorioso sulla sottile linea rossa che unisce Varsavia e Bruxelles, e per una volta raccoglie anche il nostro applauso.