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Corruzione e finanziamento illecitoIndagato Roberto Formigoni

Ma il governatore respinge le accuse: mai dissipato un euro

Eliana Giusto
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Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera, è indagato per illecito finanziamento elettorale e per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sui 70 milioni di euro pagati negli anni a Pierangelo Daccò dalla Fondazione Maugeri per il suo ruolo di “facilitatore” nei rapporti tra quelo polo privato della sanità e il Pirellone.  Le nuove accuse Nell'inchiesta si parla di oltre mezzo milione di euro che nel 2010 l'azienda ha versato per la campagna elettorale del governatore e dei “benefiti” di ingente valore (vacanze, yacht, termini della vendita di una villa in Sardegna) messi a sua disposizione dal mediatore Pierangelo Daccò. Le nuove contestazioni, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, sono affiorate nell'ultima tornata di interrogatori quando agli arrestati è stato comunicato che la Procura sta indagando anche per finanzamento illecito e corruzione. I giornalisti Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella riportano la dichiarazione del legale di Daccò, Giampiero Biancolella che dice: "Per quelle che sono le dichiarazioni di Daccò, il reato di corruzione non esiste. però vorrei che, a questo punto, dopo sette mesi di carcere, i pm affrontassero una volta per tutte questo nodo. Se ritengono di possedere elementi per inquadrare nel reato di corruzione i comportamenti che Daccò ha avuto nei confronti di Formigoni, allora chiedano il rinvio a giudizio, ma escano dallo stal,llo di questa custodia cautelare anomala".   La difesa Quando tutta questa vicenda è cominciata, e per tutti i mesi successivi. il Governatore della Lombardia ha sempre detto di aver fatto con Daccò "vacanze di gruppo" ai Caraibi. In un secondo momento aveva parlato di "aver potuto accumulare un milione di euro che ha prestato a un amico (Alberto Perego) "per acquistare una casetta in Sardegna". Si tratta cioè della villa venduta per 3 milioni a Perego da Daccò qualche settimana prima del suo arresto. Quando questa mattina, sabato 23 giugno, ha commentato la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, ha detto: " "Io indagato?. La notizia ad oggi è destituita di fondamento, non sono per nulla informato di tutto ciò". Non solo: riguardo a tutta l'inchiesta il Governatore chiarisce che “non un euro di soldi pubblici è stato dissipato” e che “Daccò non ha tratto qualche indebito vantaggio dalla Regione Lombardia per il fatto di conoscermi”. Ha precisato di essere stato su una barca che riteneva fosse si Simone  (il suo ex assessore, in carcere per l'inchiesta sulla Fondazione Maugeri) . Ha aggunto: "Ho fatto due vacanze ai Caraibi pagandole di tasca mia", ha aggiunto. Poi ha concluso: " Le accuse sollevate sono false e ingiuste, ove l'indagine si rivelasse vera, ma non lo è, nel futuro, sono pronto a difendermi", e ha citato i casi dei colleghi governatori, raggiunti da avvisi di garanzia che non si sono dimessi. "Io non mi dimetto perchè le cose che mi sono contestate sono insussistenti", ha detto precisando che,  nel caso di un suo coinvolgimento, sarebbe pronto  a "difendersi nel processo".  Social network Intanto il governatore lomabardo si scatena su Twitter. Prima nega: "Corriere della Sera dice che sono indagato. Non ne so nulla. Notizia infondata". Poi annuncia una querela contro il quotidiano di Carlo De Benedetti: "Presentato esposto: Repubblica ha utilizzato e distorto alcuni brani dell'interrogatorio secretato di Daccò". Infine si ricorda anche delle polemiche tutte milanesi con Giuliano Pisapia: "Dietro alla mia scrivania c'è una foto con il Dalai Lama. La politica internazionale è equilibrio", così Formigoni sbeffeggia il sindaco di Milano.  

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