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Il fantasma del Doge contro il Pd"No i xè boni de far un'ostrega"

Lo spirito di Francesco Morosini avvistato da molti cittadini

Alvise Losi
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A Venezia i fantasmi spaventano il Partito democratico. Fantasmi non ordinari, niente affatto dozzinali, proporzionati al rango della città, insomma. Ad apparire tra le calli strette e umide della Laguna, avvolti da un biancastro fascio di luce, sono nientemeno che i dogi della Repubblica Serenissima. Centinaia d'anni dopo la loro dipartita, anziché godersi il meritato riposo lontani dalle gazzarre politiche dei giorni nostri, si palesano tra i veneziani per lanciare anatemi sia contro l'attuale giunta comunale - guidata dal sindaco del Pd, Giorgio Orsoni - sia contro i suoi predecessori di centrosinistra che hanno governato la città ininterrottamente per vent'anni. Tanto per cominciare, a scanso di equivoci, il fantasma avrebbe svelato la propria identità. Poi il defunto doge avrebbe rincuorato i concittadini dicendo che Venezia "tornerà ad essere grande", che Francesco Morosini, "colui che durante l'assedio di Atene fece crollare il tetto del Partenone con un sol colpo di mortaio", non lascerà mai e poi mai soli i suoi "poveri eredi". Quindi, nel congedarsi, avrebbe lanciato una serie di improperi e di maledizioni all'indirizzo degli amministratori veneziani "che no i xè boni de far un'ostrega". Comizi in piena regola quelli del fantasma di Francesco Morosini, che evidentemente non ha alcuna remora a dichiarare le proprie idee di destra. Anche le ombre eccellenti dell'aldilà, dunque, se la prendono con il povero Pd, che già per conto suo sta facendo di tutto per perdere consensi. E ci sta riuscendo alla grande. di Alessandro Gonzato Leggi l'articolo integrale su Libero di oggi mercoledì 20 giugno 2012

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