Terremoto, ora trema l'Italia del SudPsicosi: "Previsto un disastro"
Ieri scosse in Sicilia e Calabria. Il direttore dell'Enea Martelli non placa la paura: "Possibile un fenomeno di magnitudo oltre i 7 gradi"
Il direttore dell'Enea, Alessandro Martelli, ne aveva parlato ad aprile, in un'intervista a Rainews24 e dopo una scossa di magnitudo 2,4 registrata nell'area di Scilla: è possibile che un sisma anche importante, addirittura oltre i 7 gradi, possa interessare il meridione d'Italia, più precisamente la zona geografica che comprende Calabria e Sicilia. E per la verità è da un paio di mesi che questa sorta di tremolìo costante interessa proprio le regioni in questione: anche ieri, nella zona tra Avola e Noto, in provincia di Siracusa, la terra ha tremato, e la scossa s'è avvertita fin alle Eolie: roba da 2.6 gradi Richter. In Calabria medesima situazione, nella notte fra giovedì e venerdì: scossa di magnitudo 3.1 con epicentro fra le province di Catanzaro e Crotone. Più forte quella registrata invece fra Calabria e Basilicata, ancora ieri, con epicentro nel Comune tirrenico di Maratea a circa 8 chilometri di profondità: i sismografi sono saliti fino a segnare 4.3 gradi di magnitudo, e poi un'altra scossa più lieve ma sempre oltre i 3 gradi Richter. Il terremoto s'è avvertito anche nella confinante provincia di Salerno. E nella zona campana del Cilento si son fatti sentire gli effetti dell'eruzione del vulcano sottomarino Palinuro, con scosse oltre i 3 gradi. E comunque nella zona appenninica fra Matera e Potenza molta gente s'è riversata per strada, su non pochi muri d'abitazione sono comparse crepe. Intendiamoci, per ora nulla di preoccupante, nessun danno alle persone e niente di particolarmente rilevante nemmeno alle cose - a parte le suddette crepe. Ma insomma, visto quanto successo in Emilia la gente non può certo dirsi tranquilla. Anche perché il timore, come detto in qualche modo avallato dagli (incauti?) esperti, è che si tratti di una sorta di bradisismo che potrebbe preludere a uno scossone più forte. E l'area a cui si guarda con maggiore preoccupazione è quella a sud della Calabria, intorno allo Stretto. (All'inizio del secolo scorso, nel 1908, proprio l'area fra Messina e Reggio Calabria fu colpita dal più devastante terremoto, con conseguente tsunami e circa 100mila vittime). E così sul web la psicosi si diffonde, come di consueto in questi casi. E molti forum virtuali s'interrogano sull'effettiva tenuta degli edifici in caso il sisma davvero dovesse verificarsi - dibattito, questo, comunque sempre utile. Preoccupazione che si traduce in comportamenti: a Pagani, provincia di Salerno, una scuola è stata evacuata, mentre a Nocera Inferiore i genitori hanno prelevato i bambini prima della fine delle lezioni. Altri invece denunciano un inutile e soprattutto scientificamente poco fondato allarmismo. In questo senso, il dirigente della sezione lucana del Cnr Vincenzo Lapenna, interpellato dal sito d'informazione online La Nuova del Sud, ha precisato che «al momento non ci sono le conoscenze tecniche per poter prevedere in un tempo e in uno spazio limitato un terremoto e poter essere operativi». E dunque, com'è ovvio, si possono segnalare le aree ritenute a intensa attività sismica, e approntare le norme necessarie affinché le costruzioni possano reggere alle scosse. Ma da qui a prevedere i terremoti, ce ne corre. «Io credo - prosegue Lapenna - che su questo argomento ci sia anche della cattiva informazione. Lo studio e la ricerca stanno facendo passi da gigante, ma sulle notizie bisogna andare cauti». Per concludere con un'affermazione risoluta: «Al momento un terremoto non si può prevedere». Così come Giuseppe Rolandi, ordinario della cattedra di Vulcanologia all'università Federico II di Napoli. Il quale rimarca che «capisco la psicosi, ma posso assicurare che in questo momento non corriamo alcun rischio sismico di grossa intensità». di Filippo Manfredini