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Brindisi, rischia il preside di Melissa:guai con la giustizia e troppe parole

Angelo Rampino, preside dell'istituto Morvillo-Falcone a Brindisi

Angelo Rampino verso il trasferimento: le sue interviste fuori luogo hanno messo in crisi gli inquirenti. E quel caso di violenza sessuale non aiuta...

Giulio Bucchi
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Sabato pomeriggio Angelo Rampino non era in strada con gli studenti di Brindisi, in corteo per ricordare Melissa Bassi, la 16enne rimasta uccisa dall'esplosione che sabato 19 maggio ha sconvolto l'istituto Morvillo-Falcone. Di quell'istituto Rampino è il preside. Lo è ancora, ma forse per poco. Attualmente il dirigente scolastico è in ferie ma si parla già di un suo probabile trasferimento in un altro istituto o addirittura fuori da Brindisi. Motivi di opportunità: il precedente con la giustizia che nel 2003 vide Rampino patteggiare per una brutta storia di violenza sessuale pesa eccome. Ma pesano di più i giudizi durissimi dei suoi responsabili per la gestione incauta dell'attentato. Il preside ha parlato troppo, si è esposto, ha anticipato sviluppi dell'inchiesta e messo in difficoltà gli inquirenti, già alle prese con un rompicapo.  Il polverone - E' stato Rampino a parlare di un nuovo video che ritrarrebbe il killer. La smentita del procuratore di Lecce Cataldo Motta era arrivata subito, ma il polverone s'era già alzato. "Ci sono immagini che non ho visto, ma che mi è stato riferito che riprendono l'attentatore girare nella zona, prima dell'esplosione. Lui era solo e si aggirava a piedi", ha aggiunto il preside, precisando che si tratta della telecamera "del chiosco sicuramente", con immagini che "riguardano i momenti precedenti all'attentato e forse altre che lo hanno ripreso nella via di fuga, dopo l'esplosione". Alzando la temperatura e le attese, nella stampa e tra la gente, ancora in attesa del colpevole e in balia di molte, troppe piste. Dopo essere stato al centro di taccuini e microfoni, negli ultimi giorni Rampino non ha parlato. Cellulare spento, colleghi che si trincerano dietro a "no comment". La palla ora passa al Ministero. Considerando che la faccia, in questa vicenda, la sta rischiando anche il governo, è facile prevedere come andrà a finire. 

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