Casini a Rebibbia da CuffaroFacci: giusto non mollare amici
Il leader dell'Udc fa visita regolarmente all'ex governatore della Sicilia, in carcere per favoreggiamento della mafia
Voi che fate, se un vostro amico finisce in galera? Lo mollate? La risposta, una volta mondata dei vari «dipende», è tra le poche ancora capaci di fare da spartiacque tra generi umani. Pier Ferdinando Casini è andato a trovare Salvatore Cuffaro al carcere di Rebibbia, e, incalzato, ha detto che ci va regolarmente e che lo considera un dovere morale; oddio, io ho l'impressione che quel «morale» sia stato un po' buttato lì, perché il punto è proprio che l'amicizia tende a prescindere dalla morale. Ma a parte casi estremi (io credo che non abbandonerei un amico neppure se si rivelasse lo strangolatore di Boston) nel caso di Cuffaro stiamo parlando di una condanna per favoreggiamento a Cosa nostra: che dovrebbe fare Casini? Secondo Il Fatto Quotidiano dovrebbe mollarlo: anche perché Casini sarebbe «incoerente» con il suo sdegno per certe battute di Grillo sulla mafia. Il nesso non l'ha capito nessuno, e meno ancora si è capita l'uscita di Raffaele Lauro (Pdl) secondo il quale Casini dovrebbe differenziare i suoi comportamenti da uomo e da leader politico, altrimenti rischia «una sconfessione della strategia di guerra alla mafia». Ossia? Che dovrebbe fare, dimettersi ogni volta che va a Rebibbia? Perdonerete un accenno di simpatia per l'uomo Casini, dunque: anche perché per il resto - circa il Casini politico, cioè - il problema non è che possa andare in carcere, ma che ogni volta lo fanno uscire.