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Facci: il "vuoto" di scambio Pd

Filippo Facci visto dal nostro Vasinca

Il 16 luglio la Camera approva il testo sul voto di scambio con le modifiche del Pdl. Tutti contenti, compresi i dem. Ma a scoppio ritardato gli anti-mafia di professione protestano. Ed è la fine

Giulio Bucchi
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Gli antimafiosi professionisti sono una disgrazia (anche) per le cause che promuovono: lo dimostra l'estrema sintesi del tentativo di modificare l'abortita legge su voto di scambio. Dunque. Il Pd cerca di accelerare l'iter di approvazione in commissione Giustizia; la presidente, la piddina Donatella Ferranti, emette un trionfante comunicato e annuncia la nuova legge dopo un dibattito che ha visto convergere tutti i partiti; il 16 luglio la Camera l'approva con un voto unanime e l'evento viene ricollegato alla celebrazione in ricordo per Borsellino; il capogruppo Pd alla Camera parla di "vittoria per la politica che ritrova sintonia coi cittadini"; il 17, 18, 19 luglio e giorni successivi nessuno dice niente o protesta o scrive articoli, tace anche il web; il 23 Repubblica riporta una serie di lagnanze compresa quella della senatrice Rosaria Capacchione (Pd) e del magistrato Raffaele Cantone, che pure è consulente di Letta e conosceva benissimo la legge. Allora vari esponenti del Pd annunciano che la legge verrà cambiata e che verranno eliminate le modifiche sa-cro-san-te che in precedenza aveva proposto il Pdl, e che tutti avevano approvato. Scoppia il solito canaio, si litiga per l'eventuale iter di modifica, in sede deliberante, no, in sede referente, no, non c'è tempo, colpa vostra, no, vostra. Morale: si voleva approvare la legge per le prossime elezioni, ora già si parla d'altro. Morale bis: la barra politica del Pd è nelle mani di Rosaria Capacchione. di Filippo Facci

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