Il "favoreggiamento" alla prostituzione è una boiata pazzesca: ecco perché
Se apri un chiosco di preservativi in una via di prostitute, per esempio, il reato non c'è
Una persona normale, però, potrebbe chiedersi come possa esistere il reato di favoreggiamento della prostituzione visto che la prostituzione non è un reato: e avrebbe ragione, perché anche la giurisprudenza ci sbatte il cranio regolarmente. Già distinguere tra «favoreggiamento» e «induzione» è da pazzi, ma spulciando la Cassazione trovi comunque di tutto. Se apri un chiosco di preservativi in una via di prostitute, per esempio, il reato non c'è. Se affitti una casa o una camera d'albergo a ore - per attività che sono chiare a tutti - nessuno ti condannerà. Se allestisci un locale dove prostitute e clienti s'incontrino, ebbene, commetti un illecito a seconda delle sentenze: a Milano, per esempio, tendono a condannarti. Se ospiti annunci di prostitute sul tuo sito, ancora, è un dedalo: sono stati assolti dei promotori pubblicitari che procacciavano gli annunci delle prostitute, in un caso, ma sono stati condannati i gestori del sito che li ospitava; come se condannassero i direttori dei quotidiani che accolgono annunci erotici. Se convivi con una prostituta, e l'assisti, collabori con lei, persino se dividi i soldi con lei, ebbene, il più delle volte non c'è reato perché la tua attenzione non è rivolta alla prostituta, ma «alla persona». Questo per far capire che c'è da poco da attendersi (anche nel caso di Fede, Mora e Minetti) dalle sempre invocate motivazioni della sentenza: non è un caso se prima si decide e solo dopo si motiva. di Filippo Facci @FilippoFacci1