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Ci vorrebbe un politico
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Molti bellimbusti vanno ancora in televisione a sottolineare che loro «non sono professionisti della politica»: come se il contrario di professionista non fosse dilettante, come se fosse lontano il giorno in cui si tornerà a capire che la politica è un mestiere e che i politici un tempo avevano due palle così, capire, soprattutto, che negli ultimi vent'anni la «società civile» ci ha portato di male in peggio. Non è vero che i politici sono dappertutto: è il contrario, la politica vera è scomparsa assieme ai politici veri, gente che tra un furto e l'altro - quelli ci sono sempre stati - studiava, faceva una gavetta, si faceva le ossa in periferia, dopo una vita magari arrivava a Montecitorio e produceva statisti che oggi ci sognamo. Dal 1994 a oggi, invece, il Parlamento si è ingolfato di imprenditori, professori, medici, avvocati, magistrati, giornalisti, ballerine di varietà, persino comici. La mitica società civile è finalmente ovunque, ce l'abbiamo fatta, e - anche se ha prodotto soltanto mediocrità - ecco sopravvivere una retorica massmediatica che invoca «non professionisti della politica», possibilmente «giovani» e «senza esperienza», se poi facevano il pasticcere o il gruista ancora meglio. Vi piace? E allora applaudite certi spocchiosi neofiti che a Montecitorio non trovano neanche la porta del cesso.
Dai blog
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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