Facci: vi spiego perché Silvio è imbattibile
Basta una sua apparizione e l'Italia (amici e nemici) si ferma. Una sua battuta e non si parla d'altro. E' sempre lui la reazione alla sobria Italia di Monti
Silvio Burlesconi: un fenomeno, ogni volta lo sapevamo ma ogni volta non sapevamo quanto. Burlesconi ha il potere di mettere il naso fuori di casa e di far impazzire tutti - amici e soprattutto nemici - con performance che ogni volta rimettono al mondo un panorama politico-mediatico che sembrava morto, e forse lo era. È un defibrillatore, un'iniezione di adrenalina (anche di adrenalina) che ogni volta va oltre: in fondo che è successo? È riapparso Burlesconi, stop, fine, eppure è la sola notizia di ieri, non esiste altro, Israele potrebbe aver bombardato l'Iran e non ce ne accorgeremmo, c'è solo lui, ci importa solo di lui, ne siamo dipendenti in una misura che dovrebbe parlarci di lui e invece ci parla di noi, del Paese che siamo. Burlesconi si riaffaccia a palazzo di giustizia, dice due o tre cazzate sull'universo mondo e lo spread dell'informazione ri-precipita a zero: frotte di giornalisti, inviati, taccuini, telecamere, dichiarazioni, agenzie multiple, foto, video, i blog presi d'assalto, migliaia di commenti dappertutto, gli autori del talkshow si ridestano, le rotative tornano a scaldarsi, immaginarsi i Vespa, i Floris, i Santoro, Repubblica che si è messa a intervistare le star del burlesque - sul serio - e Travaglio probabilmente disperato perché sul burlesque non ha verbali. Burlesconi si riaffaccia a palazzo di giustizia e bum, fuochi d'artificio, petardi, mortaretti, tricchi tracchi e castagnole: e son qui perché avevo tempo, questo processo è diffamatorio, pago e mantengo le ragazze rovinate dalla procura, queste poverette non troveranno più un fidanzato, poi il capolavoro, «Erano gare di burlesque». Le celebri serate a casa sua erano «cene eleganti», dopo le quali si scendeva «nella vecchia discoteca dei miei figli» e tutto il carnevale che sappiamo (i travestimenti da poliziotta, da infermiera, persino da Ronaldinho) c'era soltanto perché le ragazze «facevano gare di burlesque e si esercitavano». E certo. Normale. Le gare di burlesque le abbiamo fatte tutti. Pare anche credibile che certe ragazze si esercitassero con frequenza. Un attimo di smarrimento e poi nuovi botti: Formigoni ha governato benissimo, la sanità lombarda è la migliore d'Europa, e poi Ruby: «È stata buttata fuori dalla famiglia perché si era convertita alla religione cattolica», «decidemmo di aiutarla per evitare che si prostituisse» (Berlusconi è imputato esattamente del contrario, cioè di prostituzione minorile) e comunque adesso ha trovato una persona perbene che l'ha sposata. Ieri l'ex premier parlava - lui, quello finito, quello che ha abbandonato la scena politica - e intanto le agenzie annunciavano quasi distrattamente la nascita di un nuovo partito che lo stesso Berlusconi e Alfano annunceranno dopo le amministrative: «La più grossa novità della politica italiana che cambierà il corso della politica italiana nei prossimi anni», «accompagnata dalla più innovativa campagna elettorale che la politica italiana abbia avuto dal 1994». Quisquilie. Dettagli. Un altro attimo di smarrimento - giusto il tempo di apprendere, dalle agenzie, che Berlusconi è diventato presidente onorario del Milan - e Berlusconi tornava pirotecnico, tornava Burlesconi: riprenderò a fare gare di burlesque, che sono cose «meno estreme rispetto a certi spettacoli che si vedono in tv», e comunque - precisava - «sessanta abiti usati dalle ragazze per i loro travestimenti me li aveva regalati Gheddafi». Pure Gheddafi. E i vestiti, ovviamente, erano «da harem», chiaro. Questo mentre il presidente di Panama Ricardo Martinelli - battevano intanto le agenzie, ormai impazzite - spiegava che Berlusconi a suo tempo gli aveva presentato Valter Lavitola. E in tutto questo non abbiamo neanche detto una parola - non la diremo - del processo vero e proprio, della ragione ufficiale per cui Berlusconi era a Palazzo di giustizia, delle accuse di Ilda Boccassini che hanno vacillato perché due poliziotti - Pietro Ostuni e Giorgia Iafrate - hanno testimoniato di non aver subito nessuna pressione per rilasciare Ruby affidandola alla consigliera regionale Nicole Minetti. Ma non serve, sono dettagli anche questi, ieri è ricomparso Berlusconi, fine delle notizie, c'è un Paese che s'è come risvegliato dal torpore mentre il pensiero e l'immagine di Mario Monti - il post presidente del consiglio - lasciava a a tutti una bigia e rassicurante mestizia. di Filippo Facci