Cancellieri in Senato: "Mai fatto pressioni per far scarcerare la Ligresti"
"Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti, si è trattato di una decisione indipendente della magistratura". Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri lo ha ribadito nell'aula del Senato, primo appuntamento in Parlamento (subito dopo ha riferito alla Camera) sul caso che sta scuotendo il suo Ministero. In attesa della calendarizzazione della mozione di sfiducia individuale proposta contro di lei dal Movimento 5 Stelle, la Cancellieri è rimasta ferma sulla linea già annunciata in queste ore: nessuna intenzione di dimettersi, perché sulla scarcerazione di Giulia Ligresti, figlia dell'imprenditore Salvatore e nipote di Antonino, amico di lunga data del ministro ("Amica solo sua, per motivi extra-lavorativi", ha precisato il ministro), non c'è stata alcuna violazione dei regolamenti. Annamaria Cancellieri parla al Senato Guarda il video su LiberoTv "Nessun trattamento privilegiato" - "Non ho mai sollecitato la scarcerazione della signora Ligresti, né ho indotto nessun altro ad assumere iniziative in tal senso", ha spiegato la Cancellieri, secondo cui "la scarcerazione è avvenuta a seguito di una decisione libera ed autonoma della magistratura torinese". Escluse dal ministro ingerenze, sollecitazioni o pressioni di sorta. Resta il tema della telefonata con Lella Fragni, moglie di Salvatore e madre di Giulia: "E' vero - ammette la Cancellieri davanti ai senatori -, non tutti hanno la possibilità di bussare alla porta del ministro della Giustizia, non tutti hanno un diretto contatto. Ma posso garantire che nessuno più di me avverte questa disparità in tutta la sua dolorosa ingiustizia. E' difficile essere vicini a tutti i carcerati". "Sento il peso di ogni vita spenta in carcere - ha proseguito -, è una sconfitta e io ne sento il peso". La Ligresti, malata di anoressia, "non ha avuto nessun trattamento privilegiato o differenziato rispetto a quello di altri detenuti" e affermare il contrario, accusa il ministro, "corrisponde a una distorta visione dei fatti". Applaudono tutti, a parte i grillini - "Mio figlio non c'entra", ha proseguito il ministro escludendo il coinvolgimento nella vicenda di Piergiogio Peluso, figlio del ministro ed ex direttore generale di Fonsai tra 2011 e 2012, per 14 mesi. In alcune telefonate, le figlie di Ligresti si lasciarono andare a giudizi durissimi nei confronti di Peluso, ma il dubbio avanzato da più parti è che la vicinanza anche professionale tra le due famiglie abbia influito e non poco nell'interessamento della Cancellieri al caso di Giulia Ligresti. "Il procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli ha chiarito, in maniera limpida ed inequivocabile, che la scarcerazione della Ligresti è stata una decisione autonoma della magistratura, scevra da condizionamenti", ha concluso il ministro. E al termine dell'intervento, dall'aula di Palazzo Madama si è levato un caloroso applauso dai banchi di Pd (che per bocca del segretario Guglielmo Epifani "confermerà la fiducia"), Pdl e Scelta Civica. Applausi anche dal premier Enrico Letta e dai banchi del governo. Braccia incrociate invece per M5S e Lega, che accolgono con freddezza le parole del guardasigilli. Secondo indiscrezioni di Dagospia, tuttavia, il destino del ministro potrebbe essere già deciso: incassata la fiducia dal Parlamento, avrebbe intenzione di dimettersi tra 15 giorni. A giudicare dalla propria autodifesa, ad oggi non pare però così scontato.