Cerca
Cerca
+

Cdm, approvato ddl su abolizione finanziamento ai partiti

Angelino Alfano ed Enrico Letta

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Via libera del Consiglio dei ministri all'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. E' quanto si apprende da fonti ministeriali ed è lo stesso premier Enrico Letta, via twitter, ad annunciarlo. L'abolizione sarà graduale e spalmata nell'arco di 3 anni: il finanziamento sarà ridotto al 60% il primo anno, al 50% il secondo anno e al 40% al terzo anno, per poi essere abolito del tutto. Ma ci sono alcuni punti ancora oscuri. Come faranno ora i partiti a guadagnare?  Vota il sondaggio di Liberoquotidiano Soldi dai privati, immobili dallo Stato - A riforma pienamente a regime, di fatto i partiti si potranno sostenere soltanto con le erogazioni volontarie dei privati (con detrazioni del 52% per gli importi fra i 50 e i 5.000 euro e del 26% per tutti gli altri fino a un massimo di 20mila euro) e la destinazione volontaria del 2 per mille, a partire dal 2016 e solo per quei partiti dotati di statutuo. Per tutti gli altri (il Movimento 5 Stelle, per esempio) niente sgravi fiscali. Lo Stato però non lascerà completamente soli i partiti: sarà conferita loro una concessione gratuita di sedi immobiliari, spazi tv e bollette telefoniche e servizi decisi dall'Agenzia del Demanio. E già i più maliziosi si affrettano a dubitare: non è che il 2 per mille funzionerà come l'8 per mille alle confessioni religiose, con redistribuzione a pioggia (ai partiti) in caso di mancata compilazione? Il rischio, poi, è che passando dal Parlamento per la ratifica il ddl possa venire modificato con qualche emendamento malandrino, facendo sì che lo stop al finanziamento pubblico uscito dalla porta rientri dalla finestra.  Quagliariello: "Tetto di 61 milioni" - E' il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello a diradare qualche dubbio. Con il sistema del due per mille il contribuente avrà "due opzioni: dare i soldi allo Stato o al proprio partito. Per quel che riguarda l'inespresso, verrà ripartito secondo le opzioni date: se il 90% dice lo Stato, anche l'inespresso andrà allo Stato al 90 per cento". "Non c'è una presunzione anti partitica, ma non vogliamo far rientrare dalla finestra quello che esce dalla porta", ha sottolineato non a caso il ministro. Oscar Giannino, su Facebook, parla di farsa sottolineando come il 2 per mille sull'Irpef, nel 2012, si sarebbe aggirato intorno ai 320 milioni (sui 160 miliardi totali di gettito). Se i partiti potessero scegliere quanto darsi da questo tesoretto, alla fine incasserebbero molto di più che con il normale finanziamento pubblico, sospetta Giannino. Ma poco dopo è proprio Quagliariello a spiegare che, se tutti i contribuenti dessero delle opzioni, ci sarebbe comunque "un tetto massimo di 61 milioni". "Quello che si risparmia - aggiunge poi il ministro - verrà messo in un fondo per diminure il debito pubblico". La sostanza è questa: se il contribuente non indicherà la destinazione del suo due per mille, la sua quota verrà comunque versata in proporzione alla scelta di chi la preferenza l'ha espressa. Se il 90% di chi ha espresso una scelta ha deciso di devolvere il proprio due per mille ai partiti, il 90% dei due per mille di chi non ha espresso una scelta andrà ai partiti. Secondo il democratico Andrea Orlando, ministro dell'Ambiente, la quota di milioni che pioveranno sui partiti (o sullo stato) dovrebbe essere minima: "Saremo intorno ai 10/15". Staremo a vedere, ma il dubbio è lecito. "Grillo? L'abbiamo scavalcato" - Il leader del Movimento5 Stelle Beppe Grillo ha già parlato di legge truffa, ma Quagliariello fa spallucce: "Ognuno è libero di protestare, chi lo fa vuol dire che non voleva togliere i fondi ai partiti. Di solito il Movimento 5 Stelle è più contro i partiti di chi è qui oggi, li abbiamo scavalcati". E sulla questione dello statuto il ministro è chiaro: "Ogni partito si garantisce come vuole, la legge lascia massima libertà. Nessuno obbliga a darsi uno statuto, anche per un movimento nuovo che usa il web. E' un minimo di regole di convivenza che c'è all'interno di qualsiasi tipo di comunità organizzata. Se vuole partecipare a un consesso democratico è una valutazione che liberamente il Movimento 5 Stelle potrà fare". Cicchitto: "Da un estremo all'altro" - "In attesa di conoscere il testo del Cdm non posso fare a meno di confermare quello che ho già detto. Si passa da un estremo all'altro - è il commento amaro di Fabrizio Cicchitto, storico esponente Pdl e presidente della Commissione Affari esteri alla Camera -. Da un eccesso di finanziamento pubblico alla sua sostanziale abolizione che a mio avviso avrà solo effetti negativi. Mi auguro anche che il finanziamento dei privati non dia luogo a nuove iniziative giudiziarie come è già avvenuto in alcuni casi, Puglia docet".  di Claudio Brigliadori

Dai blog