Santa Sede contro la stampa: si tenta di condizionare il Conclave
La nota della Santa Sede arriva alla vigilia del voto, in un sabato mattina di grande attesa per le elezioni ma è una sberla enorme. Sotto accusa i giornali che, secondo il Vaticano, tentano di condizionare l'elezione del futuro Pontefice. Nel comunicato si deplora il tentativo, in vista del Conclave, di influire sui cardinali con la diffusione di "notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni". L'accusa ai media "La libertà del Collegio Cardinalizio, al quale spetta di provvedere, a norma del diritto, all'elezione del Romano Pontefice, - si legge nella nota della Segreteria di Stato vaticana, - è sempre stata strenuamente difesa dalla Santa Sede, quale garanzia di una scelta che fosse basata su valutazioni rivolte unicamente al bene della Chiesa. Nel corso dei secoli i Cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano. Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell'elezione del Papa, oggi - commenta la nota - si tenta di mettere in gioco il peso dell'opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l'aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo". Poi l'attacco finale: è deplorevole che, con l'approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il Conclave e i Cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, - tiene a precisare la Segreteria di Stato - si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni. Mai come in questi momenti, - conclude la nota - i cattolici si concentrano su ciò che è essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinché‚ lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio". Balestrero, il profilo Sotto accusa l'interpretazione che la stampa italiana ha dato della nomina di monsignor Balestrero alla nunziatura di Bogotà. Una promozione che è stata letta alla luce degli scandali che hanno coinvolto il Vaticano. In particolare Balistrero è un astro nascente della Curia, molto potentem, anche per il suo ruolo nel mondo della finanza vaticana: nei mesi scorsi, infatti, è stato responsabile della Santa Sede con Moneyval, che hanno portato a un paziale riconoscimento della trasparenza dello Ior. Insomma dietro questa scelta, secondo la ricostruzione della stampa, ci sarebbe l'ombra dei dossier segreti su sesso e soldi che agitano i nostro palazzi. Il Vaticano ha subito chiarito: "La promozione di Balestrero, che diventa arcivescovo a soli 46 anniè stata decisa dal Papa addirittura a novembre, dopo il brillante negoziato portato da lui a termine con Moneyval, per permettere al Vaticano di accedere alla white list". La spiegazione ufficiale Nella nota si legge che la lettura "punitiva" della nomina di Balestraro ha solo lo scopo di alimentare la campagna mediatica nei confronti del segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone, che, con Balestrero, divide il merito dei traguardi raggiunti a dicembre nei rapporti internazionali sulla strada della trasparenza". Secondo padre Lombardi, "nella massima parte dei casi chi si pone come giudice, tranciando pesanti giudizi morali, non ha in verità alcuna autorità per farlo. "Chi ha in mente anzitutto denaro, sesso e potere, ed è abituato a leggere con questi metri le diverse realtà, non è capace - denuncia il portavoce della Santa Sede - di vedere altro neppure nella Chiesa, perchè il suo sguardo non sa mirare verso l'alto o scendere in profondità a cogliere le dimensioni e le motivazioni spirituali dell'esistenza. Ne risulta una descrizione profondamente ingiusta della Chiesa e di tanti suoi uomini". "Tutto ciò - auspica Lombardi - non cambierà l'atteggiamento dei credenti, non intaccherà la fede e la speranza con cui guardano al Signore che ha promesso di accompagnare la sua Chiesa".