Processo Ruby, sentenza su Berlusconi dopo il voto
Il Tribunale di Milano rinvia a marzo il verdetto su Berlusconi. Duro scontro con Ilda, Ghedini polemico
La sentenza sul Processo Ruby arriverà dopo le elezioni. Lo ha stabilito il presidente del Collegio del Tribunale di Milano, Giulia Turri, che dovrà giudicare Silvio Berlusconi accusato di prostituzione. Anche oggi, lunedì 21 gennaio, è stata una mattinata incandescente con un vivace botta e risposta tra la Turri e i pm che guidano l'accusa, Ilda Boccassini e Antonio Sangermano. Il processo, però andrà avanti anche in campagna elettorale: respinte le richieste dei legali del Cavaliere, che hanno chiesto nuovamente lo stop per legittimo impedimento, anche se la prossima udienza slitterà dall'11 febbraio all'11 marzo. Boccassini: "Niente pause" - Il Presidente del Collegio ha invitato infatti il procuratore aggiunto Boccassini e il pm Sangermano, a prendersi una "pausa di riflessione" prima di svolgere la requisitoria e posticiparla così a dopo le elezioni, e non l'11 febbraio, come previsto dal calendario ipotizzato dal Tribunale. Un invito, quello del giudice, prontamente respinto da Ilda la Rossa: "Se lei chiede ai pm se vogliono fare un momento di riflessione prima della requisitoria - ha detto la Boccassini - la risposta è no, la Procura non può essere gravata da un peso che non le compete". La Boccassini ha spiegato che il processo Ruby è relativamente "semplice perché ha solo un imputato", anche se "l'istruttoria è stata complicata". Il giudice Turri ha fatto presente alle parti che il calendario è condizionato dal fatto che un membro del Collegio è stato trasferito in un altro Tribunale e lo stesso Collegio davanti al quale si celebra il processo Ruby deve dare la priorità nelle prossime settimane ad altri procedimenti con imputati detenuti. Dunque, allo stato, il calendario sarebbe questo: il 28 gennaio dovrebbe essere sentita l'unica testimone rimasta (la mamma di Ruby), l'11 dovrebbe svolgersi la requisitoria, visto il 'no' opposto dalla Boccassini al "momento di riflessione", e altre udienze indicate sarebbero quelle del 4 e dell'11 marzo. In sostanza, requisitoria prima del voto e sentenza dopo. Un calendario per ora solo ipotizzato perchè il Tribunale si è riunito in Camera di Consiglio per decidere sulla nuova richiesta di sospensione presentata dai difensori di Berlusconi per motivi elettorali. L'ira di Ghedini: "Sono candidato" - Prima ancora era stato l'avvocato difensivo di Berlusconi Niccolò Ghedini a ventilare la possibilità di rimettere il mandato nel caso in cui il collegio giudicante del processo Ruby non fosse stato disposto a fermare il dibattimento fino alle elezioni. In Aula Ghedini, candidato in Lombardia al Senato, ha commentato polemicamente che "il ruolo di avvocato in questo processo non sembra necessario". Il legale ha poi ricordato come nel 2001, nel 2006, nel 2008, il Tribunale di Milano abbia sempre concesso lo stop per la campagna elettorale e che non farlo significherebbe "consentire alla Procura di intervenire pesantemente". Anche perché non è il solo Berlusconi ad essere candidato, ma pure il suo avvocato: "Può darsi - dice all'esterno dell'aula - che io debba rinunciare all'uno o all'altro: o a fare l'avvocato o a fare il candidato".