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Disoccupazione: quasi 2,9 milioni è il record storico

Lucia Esposito
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Mai così tanti disoccupati. Un altro record negativo dell'Italia di Mario Monti. E' emergenza disoccupazione. Secondo le stime provvisorie dell'Istat a ottobre il tasso generale si è attestato all'11,1% in aumento di 0,3 punti perce3ntuali rispetto a settembre e di 2,3 punti nei docisi mesi.  Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 639 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione in questa fascia d'età. A ottobre scorso, rileva l'Istat nelle stime provvisorie, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 36,5%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5,8 punti nel confronto tendenziale. Si tratta di un livello record. E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio delle serie mensili), guardando invece alle serie trimestrali è il maggiore dal primo trimestre del 1999.  Considerando il terzo trimestre 2012, il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni - rileva ancora l'Istat - è in crescita, una crescita  diffusa in tutte le ripartizioni territoriali ma  è particolarmente accentuata per la componente femminile nel Nord e per quella maschile nel Mezzogiorno. Nelle regioni meridionali l'indicatore raggiunge valori molto elevati, pari al 41,7% per gli uomini tra i 15 e i 24 anni e al 43,2% per le giovani donne.  Allarme Camusso "Il 2013 sul lato dell'occupazione sarà ancora più pesante del 2012, che già è stato l'anno più pesante di questi anni di crisi". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine di un convegno alla Provincia di Roma sulla maternità negata. Sui numeri tragici che emergono in questo periodo di crisi ha aggiunto: "Non essendo intervenuti - ha spiegato - con risposte ai fattori che determinano le difficoltà l'effetto è moltiplicatore i dati confermano che l'effetto recessivo delle politiche economiche è stato molto profondo e che le scelta di non occuparsi di politiche di sostegno ai redditi più deboli e di politica industriale determinano una crescente crisi occupazionale e del sistema produttivo e il prezzo più alto di tutto questo lo si paga nel Mezzogiorno". E sul futuro è critica:" Per un rilancio del sistema produttivo del Paese, servono gli investimenti, se questi non ci sono andiamo incontro a una deriva di riduzione dell'economia e dell'occupazione sempre peggiore". 

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