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Il governo taglia le province: Saranno 51. Scelta irreversibile

Le giunte decadranno a gennaio. A novembre 2013 ci saranno le nuove elezioni. Il sistema andrà a regime nel 2014. Ancora non calcolabili i risparmi

Lucia Esposito
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  Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sul riordino delle Province, un "provvedimento che è coerente con i modelli europei": si "passerà dalle attuali 86 province nelle regioni a statuto ordinario a 51 province comprensive delle città metropolitane". Lo dice il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi al termine del Cdm. Si tratta di un provvedimento di tipo "ordinamentale e strutturale nella logica avviata con la spending review", ha proseguito. "Il governo si è mosso tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale delle Province - ha proseguito - sono Province nuove per dimensioni e per sistema di governance".   Ecco la nuova Italia: Piemonte: 1)Torino, 2) Cuneo, 3) Alessandria e Asti, 4) Vercelli, Biella, 5) Verbano/Cusio, Novara. Lombardia: 6) Milano, Monza Brianza 7) Brescia, 8) Bergamo, 9) Pavia, 10) Como, Varese, Lecco, 11) Lodi, Mantova, Cremona, 12) Sondrio. Veneto: 13) Venezia, 14) Vicenza, 15) Verona, 16) Rovigo, Padova, 17) Belluno, Treviso. Liguria: 18) Genova, 19) La Spezia, 20) Savona, Imperia.  Emilia Romagna: 21) Bologna, 22) Modena, Reggio Emilia, 23) Parma, Piacenza, 24) Ferrara, 25) Ravenna, Forlì/Cesena, Rimini. Toscana: 26) Firenze, 27) Grosseto, Siena, Arezzo, 28) Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, 29) Pisa, Livorno. Umbria: 30) Perugia, Terni. Marche: 31) Ancona, 32) Pesaro e Urbino, 33) Ascoli Piceno, Macerata, Fermo. Lazio: 34) Roma, 35) Frosinone, Latina, 36) Rieti, Viterbo. Abruzzo: 37) L'Aquila, Teramo, 38) Pescara, Chieti. Molise: 39) Campobasso, Isernia. Campania: 40) Napoli,41) Salerno, 42) Caserta, 43) Avellino, Benevento. Basilicata: 44) Potenza, Matera. Calabria: 45) Reggio Calabria, 46) Cosenza, Crotone, 47) Catanzaro, Vibo Valentia. Puglia: 48) Bari, 49) Foggia Andria Barletta Trani, 50) Taranto-Brindisi, 51) Lecce.  A queste vanno aggiunte le province delle regioni a statuto speciale che verranno prese in considerazione in un secondo tempo. A novembre 2013 le elezioni - ''Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di transizione sarà possibile per il Presidente delegare non più di tre consiglieri. Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014'', ha spiegato Patroni Griffi aggiungendo che "a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici". Il ministro ha sottolineato che gli organismi attualmente in funzione "non saranno commissariati" ma saranno previsti "una serie di adempimenti da parte degli attuali organi elettivi". Ricorsi - Riguardo ai ricorsi che potrebbero fare alcune Regioni, il ministro della Funzione Pubblica replica: ''Alcuni già ci sono stati, noi andiamo avanti con il nostro timing perche' crediamo nella legittimita' degli atti. Ovviamente come ogni atto in questo Paese, sono soggetti ad un sindacato giudiziario. Noi andiamo avanti con il nostro timing''.  Sul riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale ''ci occuperemo in seguito, visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più", ha detto Patroni Griffi a Palazzo Chigi, aggiungendo che ''la Sardegna ha già provveduto mentre la Sicilia ora è impegnata su altro''. Città metropolitane - Sempre dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che "sostituiscono - si legge nel comunicato del Consiglio dei Ministri - le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto". Per assicurare l'effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall'eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta. Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l'abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sara' possibile calcolare gli effettivi risparmi che comportera' l'intera riforma.

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