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Favia, attacco finale a Beppe Grillo: "Ho già pronta una mia corrente"

Il consigliere emiliano ribelle rivela: "La metà del Movimento è pronta a uscire allo scoperto, sono io che li sto tenendo fermi". E la Lega lo corteggia

Giulio Bucchi
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Da critico a capocorrente. La parabola di Giovanni Favia è simile a quelle di tanti suoi colleghi di Prima e Seconda Repubblica, se non che il giovane consigliere regionale emiliano non fa parte di un partito, ma del Movimento 5 Stelle. Vale a dire, l'anti-partito per eccellenza. L'uomo che con il suo fuorionda a Piazza Pulita contro Beppe Grillo e il guru Gianroberto Casaleggio si è attirato le ire dei leader e di parte della "base", in Emilia e sul web è attivissimo. "Intorno a me sta nascendo una corrente, me lo chiedono migliaia di persone", è la rivelazione dell'uomo nuovo del Movimento.  Giovanni balla da solo - A Bologna, rivela Repubblica, è la Lega Nord la più attiva nei corteggiamenti, mentre Pd e Pdl sono tra il gelido e l'ostile. In ballo c'è la candidatura per il voto politico del 2013, ma attenzione perché Favia, che dopo la rottura molti 5 Stelle locali hanno definito un "ragazzino ambizioso", si sta muovendo da solo. Grillo dice che il consigliere non ha più la sua fiducia? Poco male, perché, svela Repubblica, chi è vicino al ribelle assicura che ormai "Giovanni ha deciso di abbandonare i nani e le ballerine, di lasciare i cortigiani di Grillo al loro destino, e di giocarsi la partita più importante". Da solo, appunto. E ai suoi Favia parlerebbe già da capopopolo, più che che capocorrente: "In Emilia la buona parte è con me, e la metà è pronta a uscire allo scoperto, sono io che li sto tenendo tutti fermi". Clima teso - Ma la tensione è palpabile, soprattutto sul terreno di battaglia preferito degli attivisti 5 Stelle, il web. La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti con l'accusa di minacce, diffamazione e istigazione a deliquere dopo la denuncia presentata giovedì ai Carabinieri dallo stesso Favia, minacciato di morte da alcuni utenti anonimi di Facebook. Proprio questo tipo di minacce hanno spinto gli inquirenti a inserire nel fascicolo anche l'ipotesi di reato dell'istigazione a delinquere. Sul social network, oltre a insulti e offese, infatti, erano comparse frasi come "Favia andrebbe sgozzato". "Chi si mette in un movimento di squadristi non può venirsi a lamentare delle cattive compagnie", è stato il commento del pidiellino Giuliano Cazzola.        

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