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Raffaele Sollecito: "La notte dell'omicidio di Meredith fumai molta marijuana"

Sta per uscire il libro firmato dall'ex ragazzo della Knox. Le prime indiscrezioni: "Per colpa dell'erba non mi ricordo nulla"

Andrea Facchin
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Raffaele Sollecito, assolto insieme ad Amanda Knox nel processo in cui erano accusati dell'omicidio di Meredith Kercher avvenuto nel 2007, ha scritto un libro in cui ha riversato i suoi ricordi sulla notte di Perugia. Si intitola Honor bound e uscirà negli Stati Uniti il 18 settembre 2012. L'agenzia Associated Press l'ha letto in esclusiva il papiro e ne ha divulgato parte dei contenuti. Io, Amanda e la marijuana - Sollecito e la Knox erano stati accusati e condannati in primo grado per la morte di Meredith nel novembre 2007, rispettivamente a 26 anni e 25 anni. La corte d'appello li ha poi assolti lo scorso 3 ottobre, una sentenza che spaccò l'Italia e fece molto discutere. Nel suo libro, Sollecito racconta di non ricordarsi molto di quella notte, poiché lui e Amanda - al tempo dell'omicidio i due avevano una relazione - avevano fumato marijuana. Sollecito descrive le incomprensioni con la ex ragazza, i tanti ritratti confezionati dai tabloid, con la Knox trasformata in Foxy Knoxy, e quel bacio rubato dalle telecamere che i due ragazzi si scambiarono davanti all'appartamento in cui fu uccisa Meredith, quando la ragazza era già morta. La prima volta in carcere - Sollecito descrive anche la sua prima notte in carcere, spiegando che il suo stato d'animo era oscillante, instabile, poiché scosso "da grandi ondate di indignazione e un fastidioso senso di colpa". Raffaele racconta di essere stato molto arrabbiato con se stesso, perché, per via della marijuana, non riusciva ad avere ricordi precisi di quanto successo. Ma c'è anche spazio per ricordare la "gioia indescrivibile" provata dopo l'assoluzione: quel giorno Amanda gli strinse la mano, dicendo che non vedeva l'ora di tornare a casa e di rivedere i suoi amici.

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