Montezemolo scarica Casini:"Fritto misto indigesto"
Italia Futura boccia i centristi: "E' il vecchio spacciato per nuovo". E l'Udc si trasforma: è l'acronimo di "Ufficio di collocamento"
di Enrico Paoli Ma vuoi vedere che quelli di “Italia Futura”, confezionando attacchi al vetriolo nei confronti dell'Udc, reduce dalla sagra strapaesana di Chianciano, si son messi a copiare quelli del Futurista, appendice povera della sfortunata esperienza di “FareFuturo” di finiana osservanza? Magari proprio per fare un favore a Gianfranco Fini (del board di Italia Futura, l'associazione che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo, fa parte anche Angelo Mellone, ex golden boy finiano, animatore di FareFuturo e piazzato in Rai dal presidente della Camera), l'unico ad aver mantenuto un canale aperto con “luchino”, bocciato dai “casinisti” di Chianciano. Perché l'attacco portato alla cernia scudocrociata di Pier Ferdinando Casini (parlare di balena sarebbe davvero eccessivo) non è solo una provocazione, ma un chiaro messaggio politico. «Il fritto misto che esce dalle cucine di Chianciano», sostiene l'editoriale pubblicato sul blog diretto da Andrea Romano, organo ufficiale dell'associazione Italia Futura, «rischia di essere una pietanza indigesta per gli elettori e per il Paese». Una bocciatura in grande stile, che mette sotto lo stesso tetto il contenitore e i contenuti. «I messaggi che escono dalla convention di Chianciano, se solo si va oltre le photo opportunity di rito», sostiene l'editoriale di Italia Futura, «appaiono sommamente confusi». Insomma, una vera linea politica non c'è. Come non c'è il rinnovamento. «Da una parte l'Udc si candida a proseguire la politica del rigore e del rinnovamento inaugurata dal governo Monti», sostiene Italia Futura, «dall'altra schiera una prima fila che, sia pure con grande rispetto per le persone e le storie individuali, di nuovo ha davvero poco: Paolo Cirino Pomicino, Ciriaco De Mita, Rocco Buttiglione, Giorgio La Malfa, Giuseppe Pisanu e financo Renata Polverini». Insomma, il vecchio spacciato per nuovo non piace ai pierini del manager cresciuto all'ombra della Fiat. Soprattutto se non sono spendibili come «usato sicuro», modello Bersani. Peccato, poi, che i pensatori di Montezemolo sorvolino sulla discesa in campo di Emma Marcegaglia, sui ripetuti attestati di stima nei confronti dell'Udc da parte di mezzo governo - l'altra metà non lo ha fatto solo per meri calcoli di bottega - e dalla mano tesa di Fini all'amico Casini. Probabilmente il nodo sta tutto nell'ufficio collocamento allestito dal leader dell'Udc. Per dirla con le parole dell'ex presidente della Camera «i culi sono tanti e le poltrone poche». Ovvio che Montezemolo non è uno che si accontenta di uno strapuntino, così come ha fatto capire il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Serve ben altro per accontentare le mire di chi si sente già il salvatore della Patria. E dall'Udc, nel frattempo, arrivano due repliche all'attacco dei montezemoliani. Una istituzionale ed è affidata a Lorenzo Cesa: «E' il segno tangibile che abbiamo prodotto l'unica novità politica di questi mesi», sostiene il segretario del partito, «non c'è spazio per personalismi, ma solo per chi ritiene di mettersi in gioco con generosità». Casini, invece, usa le stesse armi dei pierini di Italia Futura. ««Napoli 10 settembre, io e Cesa viaggiamo con ItaloTreno... è la concorrenza bellezza», scrive il leader dell'Udc su Twitter, con tanto di foto del suo viaggio in treno verso Napoli. E sì, la campagna elettorale è davvero partita.