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"Vietato umiliare i bulli"I giudici condannano la prof
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Quindici giorni di carcere per l'insegnante che ha punito una condotta scorretta
I bulli a scuola possono essere puniti, non umiliati. Parola dei giudici della Corte di Cassazione che hanno condannato a due settimane di reclusione una professoressa di una scuola media di Palermo per aver fatto scrivere ad un alunno per cento volte sul quaderno la frase “sono un deficiente” . Il ragazzino, infatti, aveva deriso ed emarginato un compagno di classe. La sentenza - Come riportato da Tgcom, la sentenza spiega che l'utilizzo di “metodi prepotenti” rafforza “il convincimento che le relazioni personali sono decise da rapporti di forza o di potere”. La docente è colpevole “di aver abusato dei mezzi di correzione e di disciplina", di aver "mortificato nella dignità" lo studente venendo così meno al "processo educativo in cui è coinvolto un bambino". Umiliato ma non troppo - Alla prof, però, è stato riconosciuto uno sconto di pena. In Appello era stata condannata a trenta giorni di reclusione, ma in Cassazione è stata eliminata l'aggravante di aver provocato nell'adolescente un "disturbo del comportamento", ipotesi avanzata dallo psicologo, ma non provata.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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