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Favia come Fini: "Grillo che fai, mi cacci?"

Giulio Bucchi
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  Una nemesi storica. Beppe Grillo, uno dei più violenti, spietati avversari di Silvio Berlusconi negli ultimi anni, che finisce per essere trattato proprio come il Cav da uno dei suoi ex fedelissimi. Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano del Movimento 5 Stelle, ha scatenato un terremoto politico per le frasi "rubate" da Piazza Pulita di La7. Le sue critiche a Gianroberto Casaleggio, eminenza grigia del M5S e giudicato da Favia "burattinaio di Grillo", non sono andate giù ai capi del movimento. Casaleggio ha reagito scrivendo al Corriere della Sera, mentre Beppe Grillo ha replicato direttamente sul suo blog, definendo il fuorionda di La7 un "finto scoop" gettando il sospetto che Favia avesse concordato l'uscita con il programma di Corrado Formigli. Insomma, Favia sarebbe un cospiratore, magari al soldo del nemico anti-grillino. E il consigliere emiliano ha replicato sarcastico via Twitter: "Non ho nessuna intenzione di andare nel Pd, il M5s è sempre stata ed è la mia casa. Che fai, mi cacci?”. Sì, le stesse parole usate da Gianfranco Fini all'indirizzo di Silvio Berlusconi, con tanto di dito puntato dalla platea contro il palco alla direzione nazionale del Pdl, il 22 aprile 2010.  Le accuse di Grillo - Che tra Grillo e Favia la rottura sia ormai totale (magari non epocale come quella tra Berlusconi e Fini, d'accordo) lo aveva dimostrato d'altronde il post di Beppe che insinuava come il fuorionda di Piazza Pulita fosse stato concordato per motivi di interesse politico. Favia aveva parlato di uno "sfogo privato e scomposto" definendo come "fantascienza" ogni accusa di un attacco studiato ad hoc. Grillo però aveva portato qualche "prova" a suo favore: Pubblico.it, il sito del nuovo quotidiano diretto da Luca Telese (presente quella sera in trasmissione) ha pubblicato "un articolo completo sulla clip già alle 22.23, mentre il tutto va in onda alle 22.27 con le rivelazioni che passano su La7 alle 22.28: preveggenza o più semplicemente preparazione adeguata del pezzo?". Quindi l'affondo sul consigliere emiliano, che "non è lo sprovveduto che pensiamo in balia del giornalista cattivo e di una tecnologia sconosciuta. E' abituatissimo alle interviste - sottolinea Grillo - dato che il suo presenzialismo in tv ormai è noto a tutti ma, soprattutto, conosce benissimo le dinamiche audiovisive". La tesi dell'articolo arriva a delineare scenari di convenienza politica. "La fine mandato, prossima per Favia che è già alla seconda legislatura e quindi non più candidabile nel M5S, potrebbe essere il movente di questa intervista concordata - conclude Ottomano - e il 'do ut des' per il passaggio ad altra formazione politica, probabilmente il Pd o affini".        

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