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Monti: "Presto un vertice a Roma contro i populismi anti-europei"

Il premier a Van Rompuy: "Dobbiamo contrastare le forze anti-europee, triste veder nascere fenomeni di rigetto e disintegrazione"

Giulio Bucchi
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  Un vertice a Roma per contrastare i populismi che "possono portare alla disintegrazione dell'Unione Europea". La proposta porta la firma di Mario Monti, che l'ha presentata nel faccia a faccia con il presidente del consiglio Ue Herman Van Rompuy, che avrebbe già dato il suo assenso ad anticipare la data, inizialmente prevista per il 2014. La riunione dei capi di Stato e di governo si svolgerebbe in un luogo altamente simbolico: sempre a Roma, infatti, furono firmati nel marzo 1957 i Trattati che istituirono la Comunità economica europea, primo nucleo dell'attuale Ue.  Derive populiste - Monti ha spiegato che, durante il colloquio con Van Rompuy a margine del forum Ambrosetti di Cernobbio, "abbiamo avuto uno scambio interessante su un tema che sentiamo molto entrambi. C'è il rischio - ha aggiunto il premier - che all'interno dell'Unione Europea, mentre la costruzione dell'Europa si perfeziona, le difficoltà dell'Eurozona facciano emergere una grande, crescente, pericolosa sensibilità nelle opinioni pubbliche dei vari paesi con tendenze all'antagonismo".   Secondo il premier, la "contrapposizione tra Paesi del Nord e del Sud dell'Europa" fa "riemergere vecchi stereotipi e tensioni: è paradossale e triste che mentre si sperava di completare l'integrazione europea si verifichi un pericoloso fenomeno opposto che mira alla disintegrazione dell'Europa. E questo - continua il premier - avviene in quasi tutti i Paesi". Messaggio all'estero (a chi critica le regioni del Sud, le più deboli economicamente del lotto) ma soprattutto all'Italia, che da un lato vede la Lega attivissima sul federalismo (che conduce, per esempio, all'idea di una macroregione del Nord divisa dal resto del Paese, idea che piace anche al governatore lombardo Formigoni) e dall'altro movimenti racicali, dall'estrema sinistra all'estrema destra, passando però anche dai 5 Stelle di Grillo, decisamente critici se non in aperto conflitto con il piano di integrazione europea.      

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