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Bettina Wulff: "Non ero una escort". L'ex first lady tedesca querela Google

Altri guai per l'ex presidente. La moglie se la prende contro il motore di ricerca che associa il suo nome a "passato a luci rosse"

Giulio Bucchi
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Nuove grane per l'ex presidente tedesco Christian Wulff. Questa volta lo scandalo dei favori e dei regali ricevuti da amici imprenditori, che lo portò alle dimissioni nel 2010, non c'entra. In mezzo alle polemiche è finita la bella e biondissima moglie, Bettina, che ha presentato una querela al tribunale di Amburgo contro Google e il moderatore della televisione pubblica Ard, Guenther Jauch, per la diffusione di voci secondo cui in passato la 38enne ex first lady avrebbe lavorato come escort. La Sueddeutsche Zeitung rivela che a mettere in giro le voci di un presunto passato a luci rosse di Bettina Wulff sarebbero stati già nel 2006 ambienti della Cdu della Bassa Sassonia per danneggiare l'allora governatore del Land. La denuncia nei riguardi di Google è motivata dal fatto che quando nel motore di ricerca si scrive il nome Bettina Wulff  compaiono automaticamente le aggiunte 'escort' e 'passato a luci rosse'. A fare recentemente ammenda sono stati anche la Berliner Zeitung e il settimanale Stern, il cui direttore Thomas Osterkorn ha affermato di essersi "reso conto che quanto scritto non reggeva". La Sueddeutsche scrive che per tutto il tempo in cui il marito ha esercitato la funzione di capo dello Stato, Bettina ha rinunciato a perseguire i suoi calunniatori per evitare di gettare benzina sul fuoco e provocare uno scandalo di enormi dimensioni, che avrebbe danneggiato anche la funzione presidenziale. Entro questo mese Bettina Wulff manderà in libreria una sua biografia, la cui tiratura iniziale sarebbe superiore al centinaio di migliaia di copie.

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