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Alcoa, "nessun nuovo acquirente". I tre operai scendono dal silo

Nota dell'acciaieria del Sulcis a rischio chiusura: "Da agosto non ci è arrivata nessuna nuova manifestazione d'interesse". Terminata la protesta dei dipendenti

Giulio Bucchi
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  Sono scesi dalla cisterna poco prima delle 17.30 i tre operai dell'Alcoa che da quattro giorni protestavano a oltre 60 metri d'altezza nella fabbrica di Portovesme, nella regione sarde del Sulcis, per ottenere dall'azienda un impegno scritto a sospendere le procedure di fermata dell'impianto. Le condizioni di uno di loro, che ha problemi di cuore e aveva già accusato un malore, sono peggiorate in giornata. Una volta a terra, assistiti dai colleghi, i tre lavoratori hanno dichiarato che lunedì prossimo saranno a Roma alla testa del corteo per il lavoro che i sindacati del Sulcis stanno organizzando. "In un primo momento il nostro collega non voleva scendere - ha riferito Rino Barca della Cisl -, ci ha detto che l'avrebbe fatto soltanto assieme agli altri due compagni, i quali, per solidarietà, sono venuti giù con lui". L'operaio è stato accompagnato dai colleghi da un medico di fiducia per essere visitato. "Nessun nuovo acquirente" - E' l'epilogo di un'altra giornata difficile per lo stabilimento sardo, visto che nessuna nuova manifestazione di interesse è arrivato da parte di potenziali acquirenti. "Nei giorni scorsi - si legge nel comunicato dell'Alcoa - il comprensibile livello di preoccupazione per il futuro dello smelter di Portovesme e dei suoi dipendenti e collaboratori ha portato a una grande quantità di congetture e commenti. Sebbene siamo soliti non commentare le indiscrezioni, riteniamo utile riconfermare che dal primo agosto non abbiamo ricevuto nessuna nuova e concreta manifestazione di interesse da parte di potenziali acquirenti dell'impianto Alcoa di Portovesme".        

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