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Tra poco si vota: a casa i parolai e gli assassini

Gianluigi Paragone

Messaggio a una politica latitante: altro che legge elettorale, i partiti abbassino la pressione fiscale

Andrea Tempestini
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"Sono decenni che parliamo di come abbassare le tasse. Tanto che la seconda repubblica nacque con le stimmate della questione fiscale: Berlusconi si propose come il giustiziere della notte; Bossi comiziava in giro per il Nord a spiegare i miracoli del federalismo e Tremonti incantava, nonostante la sua profonda antipatia, il popolo delle partite Iva e dei capannoni sugli effetti della rivoluzione fiscale. Invece non se n'è fatto nulla, non il centrodestra e men che meno il centrosinistra di Prodi, di Padoa-Schioppa e di Visco, hanno saputo risolvere la dannata questione. La mazzata finale la sta dando questo governo di tecnici, tanto tecnico da arrivare a concepire pure una tassa sulle bollicine delle bibite con lo scopo di combattere le cattive abitudini alimentari. Insomma, ogni stagione che passa è sempre peggio. I cittadini si sentono soli, abbandonati. Ho letto la lettera del gran capo di Equitalia Attilio Befera a Libero e purtroppo mi sono rassegnato al peggio. E come me la pensano in tantissimi", spiega Gianluigi Paragone su Libero in edicola oggi. Nell'articolo, Paragone rivolge un messaggio - chiarissimo - alla politica: tra poco si voterà, e sarà meglio mandare a casa parolai e assassini. Il punto è che la politica è latitante. I partiti si affannano e si scannano sulla riforma elettorale. Bene, mettano da parte il "porcellum" e abbassino la pressione fiscale: è questa la priorità italiana. Leggi il commento di Gianluigi Paragone su Libero in edicola oggi, venerdì 7 luglio    

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