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La mannaia della crisi sul turismo: ad agosto alberghi in rosso

Calo di presenze dell'1%, -2,6% nel 2012. Crescono gli stranieri ma gli italiani stanno a casa

Giulio Bucchi
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  La crisi colpisce anche sotto l'ombrellone. Per la prima volta nella storia del turismo italiano, nel mese di agosto i clienti degli alberghi italiani sono calati dell'1,1%. Secondo il monitoraggio mensile di Federalberghi, nel mese clou delle ferie estive le presenze complessive negli hotel sono diminuite dell'1,1 per cento. A far segnare il segno meno è il calo della clientela italiana, scesa del 3%, che non è stata compensata dal buon risultato dei turisti stranieri, pari a +2,1 per cento. Segno che a pagare il prezzo più salato della difficile congiuntura economica sono proprio gli italiani.   Estate nera - Nel mese di luglio si era registrata una flessione complessiva delle presenze ben più consistente (-5%), con un crollo dei clienti italiani (-8,9%) ed un leggero aumento degli stranieri (+0,2%). Calcolando i due mesi, la clientela interna è diminuita del 6% e quella estera aumentata dell'1,1 per cento. I primi otto mesi 2012 (rispetto allo stesso periodo del 2011) portano a segnare una perdita del 2,6% di presenze, con gli italiani ad un -5,6% e gli stranieri ad un +1,2 per cento. In particolare, il mese peggiore è stato giugno (-7,6% di presenze) e il migliore marzo (+3,8%). Gli imprenditori hanno cercato di far fronte alla diminuzione della domanda con offerte più convenienti ma, spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, il risultato è stato "un calo di fatturato stimabile attorno al 10%, a causa dei prezzi fermi ormai da 3 anni e di accorte politiche tariffarie difficili da sostenere a lungo". "Da gennaio ad agosto - prosegue Bocca - abbiamo perso il 2,6% di occupati, con un dettaglio del -2,8% a tempo indeterminato e del -2,5% a tempo determinato". Gli stranieri non bastano -  "Questi risultati - evidenzia Bocca - mostrano un ridimensionamento parziale delle perdite previste grazie agli incrementi, anche significativi in alcune aree del Paese, della clientela straniera dalla quale partire per rimettere in moto uno dei pochi settori economici dell?Italia in grado di garantire comunque occupazione, che non delocalizza e porta sempre valore aggiunto all'intera filiera economica dei territori". La richiesta del presidente di Federalberghi a Governo e Parlamento è di mettere subito mano "ad un articolato progetto di riorganizzazione politica, legislativa e finanziaria del settore per consentire alle migliaia di imprese che quotidianamente lavorano nel turismo e per il turismo di rialzare la testa e ridare forza e vitalità al Pil per il quale contribuiamo per quasi il 10%".       

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