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Migliaia di passeggeri a terraper lo "sciopero dei ricchi"

Da noi si protesta per tenersi il lavoro. In Germania, gli assistenti di volo mandano Lufthansa in tilt per avere un aumento del 5%

Matteo Legnani
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Gli ultimi casi hanno riempito le pagine dei giornali appena pochi giorni fa: sono quelli della Carbosulcis e dell'Alcoa. I cui dipendenti, minatori e operai, hanno scatenato proteste anche clamorose non per avere un aumento di stipendio o migliori condizioni contributive o di lavoro. Ma semplicemente per tenersi il lavoro. E quindi lo stipendio, per basso che sia. D'altra parte, il dato sulla disoccupazione nel (ex) Belpaese, che ha abbondantemente sfondato quota 10%, parla da solo: nell'Italia di oggi è già un privilegio avere un lavoro. La germania è a pochi chilometri dal Brennero: una mezz'ora di macchina da lì e si è in Baviera. Ma l'impressione è, sempre più, quella di una distanza siderale tra i due paesi. Un po' com'era negli anni '50 e '60. E non solo per il dato che ha visto nuovamente crescere l'immigrazione nostrana verso il regno di Angela Merkel. C'è uno sciopero che sta mettendo in ginocchio in questi giorni i trasporti tedeschi e che rende l'idea meglio di ogni altra cosa di quanto le due economie di Italia e germania siano lontane in questo momento storico. E' quello degli assistenti di volo della compagnia aerea di bandiera Lufthansa. I quali, hostess e steward, sono da giorni sul piede di guerra perchè l'azienda non gli accorda il desiderato aumento di stipendio del 5%. Per questo hanno causato solo oggi la cancellazione di oltre 400 voli e lasciato a terra decine di migliaia di passeggeri. Roba da ricchi.

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