Il governo rosso della Cina si schianta contro una Ferrari nera
Il South China Morning Post ha rivelato che il figlio del primo collaboratore del presidente Hu Jintao è morto al volante di una Ferrari. La tragedia era stata coperta dalla censura; a bordo con lui anche due ragazze nude
Alla vigilia del congresso del partito comunista che sceglierà i leader dei prossimi dieci anni, un nuovo scandalo travolge la Cina. Dopo mesi di misteri e di censura, il quotidiano più autorevole di Hong Kong ha rotto il silenzio di Stato su un incidente stradale che può cambiare il futuro della seconda economia del mondo. Mentre il segretario di Stato statunitense Hillary Clinton atterrava a Pechino, in cerca di un accordo Cina-Usa sul controllo del Pacifico, il South China Morning Post ha rivelato che il figlio del primo collaboratore del presidente Hu Jintao è morto al volante di una Ferrari. La tragedia, avvenuta il 18 marzo, era stata coperta dalla censura e le immagini dell'incidente erano state cancellate dal web. Per mesi, voci di palazzo avevano accreditato la versione secondo cui la vittima fosse un figlio di Jia Qinglin, presidente della Conferenza consultiva del popolo e numero quattro del partito ma, secondo l'ultima ricostruzione, la vittima è invece Ling Gu, figlio ventenne e playboy di Ling Jihua, capo dell'Ufficio generale del comitato centrale del partito e primo consigliere di Hu Jintao. Fatele per il ragazzo, l'impatto contro un muro sul quarto anello di Pechino, la sua Ferrari nera viaggiava a oltre 200 km all'ora, secondo il verbale citato dal South China Morning Post. Altri invece rivelano che lo scontro potrebbe essere stato causato da un gioco sessuale, nell'auto c'erano anche due ragazze nude. L'ordine per tenere segreta la notizia arrivò direttamente dalla presidenza cinese che in quei giorni era sotto choc per l'arresto di Bo Xilai, il leader neomaoista avversario di Hu Jintao, accusato di aver coperto l'omicidio del britannico Neil Heywood, ucciso dalla moglie Gu Kailai. Una guerra a colpi di scandali - A oltre sei mesi di distanza, la Cina si trova davanti ad un nuovo scandalo e ad imbarazzare il partito sono specialmente due particolari. Un falso referto di morte, fino a ieri ha cambiato il nome della vittima illustre storpiandolo in "Jia", stessa pronuncia dell'ideogramma che significa appunto "falso". Giornali e tivù in poche ore ricevettero inoltre l'ordine di cancellare il servizio che avrebbe svelato alla nazione come i figli degli alti funzionari dispongano di supercar da mezzo milione di euro. I misteri su i recenti scandali si fanno sempre più fitti e le coincidenze tra i due casi sono inquientanti: Bo Xilai è stato epurato per aver coperto l'omicidio compiuto dalla moglie, rivelato alla vigilia della visita alla Casa Bianca del prossimo leader Xi Jinping, assassina per proteggere un figlio pure abituato a viaggiare in Ferrari. Ma anche Ling Jihua, delfino di Hu Jintao e padre del “piccolo principe” che prediligeva i bolidi per intrattenere le amiche, avrebbe tentato di coprire la morte del figlio per allontanare da sé e dal presidente i sospetti di corruzione, un elemento che rischia di far implodere il partito fondato da Mao. E di conseguenza, anche Ling Jihua è stato estromesso dalla corsa per l'ingresso tra i nove eletti del Comitato permanente del partito. C'è già chi parla di una "lotta di potere" in una Cina che, scossa dalla prima frenata economica, è pronta a nuovi scandali e colpi bassi.