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Gioca a fare la tedesca sulla pelle dei lavoratori italiani. Di Franco Bechis

Elsa Fornero

Il ministro insiste a proporre il modello salariale che prevede la riduzione delle paghe dopo i 50 anni. Senza considerare i vantaggi di cui godono in Germania

Andrea Tempestini
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  "La prima volta le è scappato al Meeting di Rimini, alla fine di un'ora buona in cui aveva cinguettato con il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Tornata a Roma Elsa Fornero però l'ha ripetuto in una intervista, e anche in successivi incontri pubblici: sindacati e governo devono mettersi d'accordo per ridisegnare la curva salariale dei lavoratori italiani, importando il modello tedesco per cui più anni hai, meno sei produttivo e meno devi guadagnare. Sembra una fissa del ministro del Lavoro, che ogni volta la spiega così: in Germania la curva parte bassa e si alza raggiungendo il picco fra i 35 e i 45 anni, perché a quell'età i lavoratori hanno già esperienza che si unisce al massimo delle capacità fisiche e mentali. Rendono di più, producono di più, e vengono pagati di più. Da quell'età in poi il cervello comincia a perdere colpi, il fisico pure (è la tesi che la Fornero attribuisce al modello tedesco), rendimento e produttività scende, quindi anche gli stipendi debbono calare. In Italia invece - spiega il ministro del Lavoro - la progressione degli stipendi è una linea retta che con l'età sale dal basso verso l'alto, premiando i lavoratori più vecchi grazie agli scatti di anzianità anche se rendono assai meno", spiega Franco Bechis su Libero in edicola oggi. Se fosse per lei, insomma, se fosse per la Fornero oggi saremmo già tutti tedeschi, e le buste paga dei quarantenni sarebbero più ricche mentre quelle dei cinquantenni verrebbero tagliate. Il punto è che la ministra delle Lacrime fa sì la tedesca, ma lo fa sulla pelle dei lavoratori. Elsa insiste a proporre il modello salariale che prevede la riduzione delle paghe dopo i 50 anni. Peccato però che la Fornero non tenga assolutamente conto dei vantaggi di cui i 50enni godono in Germania... Leggi il commento di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, martedì 4 settembre  

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