Usa la droga per battere il gay Crocetta: sfida a chi la spara più grossa
Il candidato del Pd spara: "Sono omo, ma anche etereo". E così Gianfranco risponde: "Ho usato roba pesante"
di Francesco Borgonovo Tutti ad affannarsi con le elezioni americane, fior di commenti sui votanti dell'Ohio e gli indecisi del Colorado, e nessuno si accorge che la campagna elettorale più spettacolare del mondo si svolge a un millimetro dal nostro naso: in Sicilia. Roba da far impallidire qualsiasi comizio in Virginia. Una sfida all'ultimo sangue, in cui i candidati non si risparmiano, e per vincere son disposti a mettere in piazza i fattacci propri e i panni sporchi; son pronti alle più terrificanti privazioni e punizioni corporali: tutto pur di appropriarsi dello scranno che fu di Lombardo. È partito Rosario Crocetta, uomo del Pd. Per stupire il pubblico, si è presentato come il Vendola della Regione Siciliana, il gay dichiarato che sfida gli atavici pregiudizi isolani iscrivendosi da solo al teatrino dei «puppi». Tanto coraggioso, il Crocetta, da prendersela con i suoi stessi compagni: «Il centrosinistra è pieno di criptochecche invidiose», recita una sua dichiarazione ai giornali. Ma la boutade non era sufficiente. Se con l'omosessualità si attraggono i progressisti, per gli elettori moderati di Fli e dell'Udc si doveva osare di più. Così Crocetta si è lanciato in una promessa mostruosa: «Se divento governatore smetto di fare sesso». Dopo questa sparata, gli avversari non sapevano più come comportarsi per surclassarlo: c'è chi ha pensato all'automutilazione, chi ha promesso di donare un rene ai bisognosi un secondo dopo l'elezione, legioni di addetti stampa e consulenti si arrovellavano su quale penitenza infliggere ai propri politici di riferimento. Ma ecco che, su Libero, Ottavio Cappellani svela un lato poco noto del Crocetta: egli, in verità, gradisce le donne. In particolare la scrittrice (e sua collega di giunta a Gela) Silvana Grasso. La quale ha raccontato in un'intervista: «Con lui ebbi una grande storia d'amore. Platonica? No, direi omnicomprensiva. Lui è intellettualmente omosessuale, come gli antichi Greci». E qui agli altri candidati va anche peggio: se c'era da temerlo quando era solo omosessuale, figurati adesso che è gay «intellettualmente» e pure «omnicomprensivo». Non ce n'è per nessuno, questione chiusa. Invece no. Gianfranco Micciché, candidato di Grande Sud, decide di giocarsi l'asso. Quello è puppo? Allora io sono drogato. Le storie del suo passato sono note: quando lavorava a Publitalia, nel 1988, lo interrogarono a proposito di un giro di droga a Palermo. Lui, candidamente, spiegò: «Non sono uno spacciatore ma solo un assuntore di cocaina». Niente reato. Nel 2002, lo accusarono di farsi recapitare droga direttamente al ministero delle Finanze. Ma Micciché ha sempre negato, dicendo che si trattava soltanto di falsità. Insomma, la questione stupefacenti era già stata archiviata. Però lui è tornato alla carica. Crocetta è omo e omnicomprensivo? Bene, Gianfranco, intervistato dalla Zanzara, ha spiegato: «Da giovane ho fumato qualche canna, ma una volta mi andò via la testa a tal punto da spaventarmi, quindi dissi basta. Da allora fumo solo sigarette, ma sono a favore della legalizzazione delle droghe leggere». Ce n'è abbastanza per diventare il candidato di Sel, ma anche di Fli, visto che l'idea delle canne è di Fini, il quale raccontò di essersi fumato uno spinellone in gioventù assieme a un gruppo di amici con cui era andato in vacanza in Jamaica. Micciché, tuttavia, ha fatto un passo ulteriore, poiché la canna da sola non bastava a battere il rivale gay. «Da giovane ho provato le droghe pesanti», ha detto. Evvai. La prossima volta gli toccherà dichiarare, per lo meno, di essere andato in overdose o di aver affrontato un tour con i Grateful Dead in California imbottito di Lsd. E gli altri concorrenti? Vista la sfida «puppo vs drogato», sembravano tagliati male, pardon, fuori. Claudio Fava, candidato di Sel, ci ha provato col sesso (mica poteva farsi surclassare da un gay proprio lui che è vendoliano). Quando Libero ha svelato la tresca etero di Crocetta, Fava si è affrettato a portargli la propria solidarietà «di fronte ai continui attacchi della destra più becera». Non aveva capito niente. Crocetta era felicissimo di passare per «omnicomprensivo». Tanto che, sempre alla Zanzara, ha spiegato: «A volte mi giro per vedere qualche bella donna e lo stesso succede con un bel ragazzo. Non è che se uno ha un rapporto omosessuale è un omosessuale. Ognuno di noi è tutto». Strepitoso: Crocetta si è appropriato della definizione di onnivoro e ha smentito il rivale di Sel che lo difendeva. Così Fava, non potendo parlare di canne né di gayezza, ha potuto soltanto affidarsi a uno slogan un po' ambiguo, coniato per lui da Antonio Di Pietro su Twitter: «Io appoggio Fava». Forse crede che, leggendolo, qualche elettore penserà: «È puppo pure questo». Chi sembra non avere alcuna speranza, invece, è il candidato della Destra Nello Musumeci. Per fare un po' di cagnara si è lanciato in qualche nostalgica lode del Duce, ma non è bastato. Sul terreno dell'estremismo politico l'ha già battuto il solito Crocetta, dicendo che «più a sinistra di me c'è solo Renato Curcio». Che fare, allora? Gli diamo un consiglio. Nella prossima intervista, deve fare la seguente dichiarazione: «Minchia, se mi eleggono faccio un festino a base di coca e un'orgia con donne e uomini. Poi ci fumiamo una canna e andiamo a fare i saluti romani in piazza. Il giorno dopo rivendichiamo tutto con un volantino delle Brigate rosse». La vittoria è assicurata.