Rodriguez, da ex terrorista a campione paralimpico
Il nuotatore spagnolo, paraplegico, negli anni '70 era a capo dei Grapo, feroce gruppo terroristico
Quella di Sebastian Rodriguez è una storia assurda, perfetta per il cinema. Il nuotatore spagnolo, paraplegico, che ha conquistato la sua tredicesima medaglia paralimpica a Londra con l'argento nei 50 stile libero, ha un passato a dir poco burrascoso: verso la fine degli anni '70, Rodriguez era uno dei capi dei Grapo (Grupos de Resistencia Antifascista Prime de Ocrubre), un feroce gruppo terroristico che conta 75 morti in quasi trent'anni di attività. La condanna - Nell'85 venne arrestato per il coinvolgimento nell'omicidio di un uomo d'affari, morto dopo lo scoppio di una bomba a Siviglia. Fu condannato a 84 anni di carcere: nel '90 iniziò uno sciopero della fame dopo che gli venne negata la richiesta di riunire tutti i membri dei Grapo in un solo carcere. La protesta ne deteriorò il fisico, che sviluppò un'incapacità ad assumere proteine: Rodriguez divenne paraplegico e cominciò ad usare la carrozzina. Rinascita - Uscito dal carcere nel '96, dopo 12 anni, inizia subito a fare sport, prima il basket, poi la piscina. E il nuoto diventa la sua fortuna: Rodriguez si allena duramente e diventa un campione, conquistando 5 ori a Sydney, tre ori e due argento ad Atene e due bronzi a Pechino. Con quella di Londra sono tredici. Una storia da film.