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Il Pdl sale, Grillo in caduta libera: -3 per cento

Nuova rilevazione: fiducia in Monti stabile al 33%, si rafforza il partito di Berlusconi che in 50 giorni è risalito al 20%. Pd al 25, Movimento 5 Stelle al 15

Giulio Bucchi
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di Caterina Maniaci Estate torrida, questa, che brucia anche le verdi speranze del movimento di Beppe Grillo: in cinquanta giorni - dall'ultimo rilevamento tra gli italiani - perde il 3 per cento dei consensi. Invece si registra un'inversione di tendenza per il Popolo della Libertà, che guadagna un 2 per cento di consensi. Sono questi i dati più eclatanti elaborati da Nicola Piepoli, decano dei sondaggisti italiani, e presentati da Affaritaliani.it. Il sondaggio descrive l'opinione degli elettori italiani rilevata lunedì 20 agosto rispetto alla situazione registrata nei primi di luglio. La fiducia nel premier Mario Monti è stabile al 33%. Mentre il governo nel suo complesso è leggermente più amato del presidente del Consiglio ed è fermo al 34%. Movimenti interessanti tra i partiti, dove si assiste ad un rafforzamento del Pdl, che è salito in 50 giorni del 2% al 20. La prima forza politica resta il Partito Democratico, che si aggiudica il 25% dei consensi. Il Movimento Cinque Stelle arretra di tre punti rispetto ai primi di luglio e si attesta poco sopra il 15%. Beppe Grillo sta subendo  «sintomi di asfissia», afferma Piepoli. L'area centrista Udc-Fli si sta irrobustendo ed è al 9% (più uno). Stabile al 6% la Lega Nord. Più o meno “ristagnanti” l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e Sel di Nichi Vendola, rispettivamente al 5 e al 6 per cento. Sull'orientamento di voto degli italiani sembrano dunque pesare due fattori fra tutti: il possibile ritorno in campo di Silvio Berlusconi e i molti flop accumulati in pochi mesi dal Movimento Cinque Stelle. Storicamente bisogna sottolineare che ogni volta “il ritorno” di Berlusconi sembra rafforzare e ridare slancio alla coalizione di centrodestra. Nel luglio scorso una ricerca di Euromedia Research aveva rilevato che il ritorno del Cavaliere porterebbe il Pdl al 30 per cento dei consensi. Lo stesso Piepoli, commentando questi dati, li aveva definiti «uno scenario senz'altro possibile». L'onda lunga della “primavera arancione”, invece, si è fermata: gli eletti provenienti dalle fila dei grillini in pochi mesi, dalle elezioni amministrative di primavera, hanno accumulato  scandali, dimissioni forzate, debiti accumulati. Come succede a Parma, con il sindaco grillino Federico Pizzarotti, che è riuscito a varare la propria giunta “solo” dopo 46 giorni, passati tra polemiche e dimissioni varie. Fino al nuovo intoppo, ossia la nomina del nuovo sovrintendente del Teatro Regio, che rischia di trasformarsi in un ennesimo “pasticciaccio”. Qualche giorno fa, come rivelato da Repubblica, a Bologna si è scoperto che alcuni consiglieri regionali hanno pagato, con soldi pubblici interviste e ospitate nelle tv e nelle radio locali. Tra loro c'è anche il grillino Giovanni Favia che è stato eletto proprio per protesta contro la casta.

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