Islam mette il bavaglio alle hostess italianecantano dopo il volo e vengono sospese
Due hostess della compagnia aerea sarda Meridiana Fly sono state sospese per aver cantato durante un trasferimento dall'aeroporto all'hotel.
Due hostess della compagnia aerea sarda Meridiana Fly sono state sospese per aver cantato e riso al termine del loro turno lavorativo in Arabia, durante un trasferimento dall'aeroporto di King Abdulaziz all'hotel. Intonando qualche nota spensierata, le due ragazze avrebbero violato le norme di comportamento del Paese e il loro contratto di lavoro arrecando anche un danno all'immagine della compagnia. La legge di Allah - Il fatto è accaduto a Jeddah, una delle più grandi città dell'Arabia Saudita, dove le rigide regole della Sharia, ovvero la "legge di Dio", detta le regole di vita. Ma le due hostess sono italiane e il loro equipaggio era stato affittato alla compagnia di bandiera algerina Air Algerie. Secondo quanto contestato dall'azienda, le due hostess, a bordo di un pick-up, avrebbero iniziato a cantare e a ridere in maniera eccessiva, dimostrando, secondo la compagnia aerea, di non rispettare le norme di comportamento previste in Arabia Saudita: norme che in casi come questo, ricorda l'azienda, possono comportare l'intervento della polizia religiosa saudita. Gli agenti in questione fanno parte della famigerata Mutaween, la polizia religiosa del “Dipartimento per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù”, che si occupa, tra le altre cose, del controllo dei luoghi pubblici, della sorveglianza degli spazi religiosi e degli orari della preghiera, e della protezione dei valori islamici da “eventuali derive”. Una sospensione che fa discutere - Vista la "gravità" del comportamento, Meridiana Fly ha ritenuto indispensabile provvedere con la sospensione dall'attività lavorativa delle due dipendenti. La vertenza va però detto che rientra all'interno di un clima infuocato, con una serie di contestazioni disciplinari piovute sulla testa dei naviganti di Meridiana fly nell'ultimo semestre, in quelle che i dipendenti giudicano come vere e proprie azioni intimidatorie.