Silvio perdona la gaffe di MarioPur di non andare al voto
"Con Silvio Berlusconi lo spread sarebbe arrivato a 1200 punti", la frase di Mario Monti rimbalzata dalle colonne del Wall Street Journal, ha creato un terremoto nel Pdl. E non sono bastate le scuse del premier che ha chiamato il Cavaliere per spiegare che si tratta di "un'astratta estrapolazione" del giornale economico americano e per dirsi dispiaciuto. La vendetta del centrodestra si è consumata in Parlamento ed è stata immediata e, duranto le votazioni sul decreto per la spending review ha votato contro un ordine del giorno. E' seguito, nella serata di martedì 7 agosto, un vertice di maggioranza con Berlusconi che ha incontrato i suoi a Palazzo Chigi. Ma i toni di battaglia sono certamente mitigati dalla consapevolezza che esasperarli significherebbe andare alle elezioni. E Silvio Berlusconi non può permettersi di andare alle elezioni anticipate. Resta aperta una domanda: quella frase di Monti è stato l'incidente di un economista che si è lasciato sfuggire una considerazione di troppo (anche se appena qualche giorno prima era inciampato in un altro "incidente" con il giornale tedesco Der Spiegel) oppure, come insinua Stefano Folli sul Sole 24 ore, la mossa di un aspirante politico che cerca spazi più ampi e di maggiore autonomia all'interno della "strana maggioranza"? Prospettive future Come scrive l'editorialista Stefano Folli sul Sole 24 Ore, le crisi di governo si aprono quando conviene aprirle. A dimostrare il fatto che il Pdl non ha nessun interesse ad aprire la crisi, c'è sencondo il notista politico, la tiepida reazione del Pdl (il voto contro l'esescutivo, ma si tratta di ordini del giorno insignificanti). Possibile che tutti i messaggi che il premier Monti sta mandando in questi giorni così caldi sia del tutto casuali? Possibile che Monti non sia effettivamente consapevole della portata delle sue affermazioni? E' da escludere che Monti pensi alle elezioni anticipate sia perché "l'autidestabilizzazione non sarebbe la strada migliore per arrivarci", si fa sempre più strada, invece, l'ipotesi che il presidente del Consiglio sia consapevole di essere diventato un punto di riferimento di un'area politica europeista che intende andare avanti sulla strada cominciata lo scorso mese di novembre e spinga perché l'esperienza montiana, supportata da una "vera" maggioranza, prosegua. Un'area che politicamente non è rappresentata come dovrebbe ma che sarà determinante negli assetti della futura legislatura. Il mondo moderato è in grande subbuglio, è in completa fase di ridefinizione e Monti sta dando corpo a un movimento politico.