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Asse Monti-Hollande: "Uniti in difesa dell'euro". Ora la Merkel è più debole. E il Prof: "Siamo quasi fuori dal tunnel"

Summit all'Eliseo

Vertice all'Eliseo tra i due leader. Dopo che la Cancelliera ha cambiato registro, in Europa la musica sembra essere cambiata

Giulio Bucchi
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Il ritornello non cambia: "Uniti in difesa dell'euro". A ripeterlo, a creare un fronte compatto, in questo caso sono gli omologhi di Italia e Francia, Mario Monti e Francois Hollande, che ribadiscono - scimmiottando il "tormentone" lanciato da Mario Draghi - il loro impegno nel fare "tutto il possibile affinchè le decisioni del Consiglio europeo siano applicate e la zona euro sia difesa, preservata, consolidata". Lo ha riferito lo stesso Hollande al termine dell'incontro all'Eliseo con Monti, impegnato nella sua prima tappa del toure europeo. "Subito le misure anti-spread" - In particolare i due leader hanno sottolineato che le misure anti-spread varate nel Consiglio europeo del 28 e 29 luglio devono essere applicate al più presto. "Le conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno devono essere attuate rapidamente. I dispositivi e gli strumenti previsti in tale occasione devono poter essere utilizzati nel minor tempo possibile qualora necessario", si legge nella nota congiunta diffusa al termine dell'incontro. Il bilaterale - A confermare l'alleanza pro-euro sancita tra Roma e Parigi arriva anche l'annuncio di un vertice bilaterale a Lione, che si terrà all'inizio di dicembre. Monti e Hollande hanno comunicato che "la qualità delle relazioni tra i due Paesi è un elemento molto importante per consolidare la zona euro". Il professore ha dichiarato: "L'ottimo lavoro di Italia e Francia ha contribuito ai buoni risultati del Consiglio europeo e dell'Eurosummit". Monti: "Verso la fine della crisi" - Prima del vertice dell'Eliseo Monti si era abbandonato all'ottimismo annunciando che per l'Eurozona "la fine del tunnel si avvicina". Addio crisi, insomma. Tutto dipende, evidentemente, dalla svolta di Angela Merkel sulla Banca centrale europea. La cancelliera tedesca, pressata da Roma, Francia e Stati Uniti, nell'ultimo weekend si è trasformata in colomba dicendo sì all'acquisto di titoli di debito da parte della Bce. Ossigeno puro per gli stati pericolanti, Italia e Spagna in primis. A confermare che una Merkel meno "dittatrice" fa bene alla finanza internazionale ci sono il trend cautamente positivo delle Borse europee (Piazza Affari ha aperto in sostanziale parità) e la febbre da spread apparentemente placata (il differenziale Btp-Bund è a 466 punti con un tasso del 6,01%). Niente di definitivo, ma Monti vuol vedere il bicchiere mezzo pieno. Anche se, giusto per pararsi le spalle, il premier italiano assicura che "la Germania resta riferimento essenziale". 

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