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La spending review del Pdl: basta straordinari

Sul partito pesa il rosso di Forza Italia, Berlusconi ordina i tagli: niente festivi e notturni. E il tesoriere avverte: "rilevanti incognite per il 2013"

Giulio Bucchi
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  Niente straordinari, notturni e festivi compresi. E' il primo effetto della spending review interna del Pdl, che colpisce duro i dipendenti del secondo partito italiano e principale forza del centrodestra. Ad annunciare le misure draconiane sarebbe un documento firmato dal tesoriere Rocco Crimi e dal vicesegretario amministrativo Maurizio Bianconi: "Come noto - si legge nel documento di cui riferisce Adnkronos - il nostro partito si trova a fronteggiare una situazione economica e finanziaria di sofferenza, derivante dalla recente approvazione della legge che decurta in modo notevole i contributi dello Stato destinati ai partiti e ai movimenti politici". "Ne consegue - si legge ancora - che le prestazioni di lavoro straordinario (notturno e festivo compresi) dei lavoratori subordinati impiegati presso le vostre strutture, non dovranno più essere richieste ed effettuate". La comunicazione è indirizzata al segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, ai tre coordinatori nazionale del partito, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, ai responsabili di settore del Pdl e, per conoscenza, a  tutti i dipendenti del partito, che, da questo mese in avanti, non potranno più contare su straordinari e festivi. Eredità pesante - D'altronde, sul Pdl grava anche il rosso di Forza Italia. Il bilanco del 2011 del partito azzurro, infatti, non è così drammatico: 49 milioni di euro, attivo di 475.340 euro. I problemi, semmai, arrivano dal 2012 (con outlook negativo, per dirla con gergo da agenzia di rating) e soprattutto dal 2013, anno di elezioni da affrontare senza gli aiuti dello stato. Non a caso lo stesso Crimi, nella sua relazione, parlava di "rilevanti incognite" riguardo all'anno che verrà. Ma, come si diceva, i guai vengono soprattutto dal passato. Da leggersi come Forza Italia, che deve fare i conti con una situazione patrimoniale deficitaria. Nel 2011, scriveva Franco Bechis su Libero del 17 luglio scorso, Forza Italia registrava 61 milioni di debiti a bilancio, con un rosso di 8 milioni e un patrimonio netto negativo di 42 milioni, con 3,9 milioni di euro da destinare ai dipendenti ancora a libro paga del vecchio partito e i 18 milioni di euro assicurati dai contributi statali ormai da dimenticare. Manca ossigeno e i problemi di Forza Italia pesano sul Pdl. Tanto che Silvio Berlusconi ha dovuto tagliare di un milione di euro la fidejussione da sempre garantita alla sua nuova creatura: da 5.366.096 del 2010 si è passati ai 4.064.996 del 2011. E che l'eredità di Forza Italia e la transizione siano pesanti da gestire lo testimonia un altro dato: 4 milioni di euro che il nuovo partito paga al vecchio per l'affitto delle sedi di via dell'Umiltà e via del Plebiscito.  

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