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Tabacco, la tassa boomberang:vanno in fumo 1,5 miliardi

Altro flop di Monti: aumenta le accise e fa crollare i consumi di sigarette e i relativi introiti. A beneficio dei contrabbandieri...

Andrea Tempestini
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  di Antonio Castro È un campanello d'allarme che continua a suonare, ma sembra non esserci modo di farlo smettere. Tra gennaio e giugno le vendite di tabacchi lavorati hanno messo a segno un calo del 9%. Detta così sembra che qualche campagna contro il tabagismo abbia sortito l'effetto sperato. E invece no. Nei giorni scorsi al ministero del Tesoro i dati (per ora riservati) trasmessi dall'Amministrazione monopoli (Aams) hanno suscitato un certo allarme. Nel 2011 dalla vendita di sigarette, sigari e tabacchi trinciati, l'Erario ha incassato la bellezza di 14 miliardi (tra accise e Iva). Una voce di bilancio importante che viene adoperata come un bancomat per coprire un po' di tutto (dal finanziamento della banca sinfonica alla copertura per gli esodati). Solo che sembra essere stata raggiunta la soglia massima di tassazione portando il prezzo del pacchetto oltre i 5 euro si è anche ridata vita al contrabbando in grande stile. Nel 2011 sigarette illegali (contraffatte nel marchio ma anche nei tabacchi) hanno sottratto al fisco un gettito (sotto) stimato in 500 milioni. È attendibile la stima che nel 2012 - complice un mutamento dei consumi - il gettito per il fisco possa scendere pericolosamente di oltre 1,5 miliardi.  Certo nel primo semestre di quest'anno - stando ai dati dell'Aams che Libero ha potuto consultare - è aumentato il consumo di tabacco trinciato. Quello che si usa per farsi le sigarette è un po' più conveniente del pacchetto pronto e visto che il fumatore comunque non smette per il prezzo si assiste ad una virata dei consumi. Le vendite di tabacco trinciato sono aumentate del 3% circa, ma il rincaro poderoso delle accise non può compensare la perdita sull'incasso mancato per la vendita di sigarette confezionate. Basta scorrere i comunicati della Guardia di finanza  sui sequestri monster di sigarette di contrabbando degli ultimi 7  mesi, per rendersi conto che c'è chi ha dirottato i consumi non sul trinciato ma sulla bancarella. Dati ufficiali anche in questo caso non ce ne sono, si conosceranno soltanto a fine anno. Però i risultati di uno studio Nomisma sul fenomeno (presentato a giugno), fanno emergere stime ben più preoccupanti dei numeri noti. Sul totale delle vendite in italia il contrabbando viene stimato viene stimato  in circa 2,8 miliardi di sigarette, vale a dire un modesto 3,4% di tutti i consumi. Peccato che appare poco credibile che in Italia il contrabbando sia inferiore alla Francia (14%) e alla Germania (18%)   Nel 2011 la Guardia di Finanza ha sequestrato 240 tonnellate di sigarette, un'enormità certo, ma il 2012 rischia di stracciare tutti i record. Tanto più che nelle analisi statistiche non si tiene conto dei flussi minori dei frontalieri. Poche stecche a testa - in un tentativo di contenere il costo del vizio - che si moltiplicano per milioni di attraversamenti doganali. E di mancato gettito per lo Stato. Il problema è che non c'è soluzione, è il classico caso di cane che si morde la coda: più si alzano le tasse, più aumenta il contrabbando  e di conseguenza cala sensibilmente il gettito.  Accertato che tra gennaio e giugno 2012 le vendite regolari sono diminuite del 9% (dopo una contrazione del 7% nel quarto trimestre 2011), bisognerà vedere come il governo riuscirà a compensare il mancato incasso. Potrebbe riesumare una vecchia legge del 2001 che prevedeva la rivendita dei tabacchi sequestrati. Oggi le tonnellate di sigarette vengono custodite in due mega depositi (Trieste e Benevento). Forse il ministro Vittorio Grilli farebbe bene a prevedere qualche magazzino di stoccaggio in più. Eppure ad accelerare le pratiche per l'incenerimento (si brucia la merce solo al termine del giudizio). A carico del contribuente, ovviamente.  

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