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Calcioscommesse, deferito Conte per omessa denuncia

I fatti si riferiscono a quando era allenatore del Siena

Eliana Giusto
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Nessun illecito sportivo, ma due omesse denunce: con questa accusa la Procura federale ha deferito l'attuale allenatore della Juventus ed ex tecnico del Siena, Antonio Conte, nell'ambito dell'inchiesta sportiva sul calcioscommesse. Secondo il procuratore Stefano Palazzi, dunque, Conte era a conoscenza delle presunte combine delle partite Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena - entrambe disputare nel maggio 2011 e rivelate dall'ex calciatore del club toscano Filippo Carobbio - e avrebbe dovuto denunciare i fatti in Procura: per questo l'accusa chiederà alla Commissione Disciplinare nazionale - primo grado della giustizia sportiva - di squalificare il tecnico della Juventus.  Squalifica ridotta - Se i giudici riterranno fondate le accuse Conte rischierà almeno sei mesi di stop. Il tecnico bianconero, del resto, potrebbe anche ricorrere al patteggiamento, evitare il giudizio della Disciplinare e scontare una squalifica ridotta, forse anche quattro mesi. "All'inizio della vicenda venivano disegnati scenari molto gravi per Conte - ha spiegato Antonio De Renzis, legale dell'allenatore della Juventus, riferendosi all'illecito sportivo da alcuni ipotizzato con susseguente lunga squalifica, almeno tre anni - e invece ora il quadro è ridimensionato. Dal punto di vista penale credo che andremo incontro all'archiviazione, mentre a livello sportivo si parla di omessa denuncia e non più di illecito. Patteggiamento? Un avvocato previdente non esclude niente a priori: l'ipotesi non viene comunque fatta dalla difesa, ora valuteremo come muoverci". Insomma, stando così le cose, la panchina della Juventus potrebbe essere salva. Per averne la certezza il tecnico dovrà aspettare l'inizio del processo, fissato per mercoledì primo agosto. Illecito sportivo per Bonucci - Nella stessa sede un altro tesserato della Juventus, Leonardo Bonucci, rischierà invece una lunga squalifica, almeno tre anni se i giudici riterranno fondate le accuse della Procura. Palazzi ha infatti deferito il difensore della Nazionale per il presunto illecito sportivo commesso in occasione della partita Udinese-Bari 3-3 del 9 maggio 2010, riferito da Andrea Masiello: "Di Tullio mi propose di manipolare la partita - aveva confessato l'ex capitano biancorosso a Cremona - io girai la proposta ai miei compagni di squadra, trovando dei consensi. Parlai con Bonucci, Salvatore Masiello, Belmonte e Parisi, che già conoscevano Di Tullio". Secondo Masiello l'accordo non fu raggiunto per il rifiuto dell'ex Udinese Simone Pepe, anch'egli deferito dalla Procura per omessa denuncia (potrebbe rischiare fino a un anno di stop ma anche cavarsela con 3-4 mesi patteggiando): "Io, Bonucci, Belmonte e Parisi - aveva precisato Masiello - giocammo comunque per raggiungere il risultato a cui mirava Di Tullio, agevolando la segnatura di tre reti".  Club a rischio - Insomma, al momento i club di serie A coinvolti in questo processo saranno cinque, tutti deferiti per responsabilità oggettiva: il Siena è stato rinviato a giudizio per il presunto comportamento illecito dei propri tesserati in cinque partite; Sampdoria, Torino e Bologna sono state deferite per una sola partita e rischiano una piccola penalizzazione (massimo tre punti), mentre l'Udinese - chiamata a rispondere solo per l'omessa denuncia contestata all'ex tesserato Pepe - potrebbe incorrere in un'ammenda. In serie B, invece, rischiano grosso Lecce e Grosseto, uniche due società deferite per responsabilità diretta. I salentini sono chiamati in causa per il presunto coinvolgimento dell'ex presidente Pierandrea Semeraro nella combine del derby Bari-Lecce del maggio 2011, mentre il Grosseto è stato rinviato a giudizio per la presunta partecipazione dell'attuale proprietario Piero Camilli nella manipolazione della partita Ancona-Grosseto dell'aprile 2010: se le accuse della Procura verranno confermate dai giudici, entrambi i club saranno retrocessi in Lega Pro.  

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