Alfano mette alle corde Bersani:"La smetta con veti e paletti,vuole tenersi il porcellum?"
Tante belle parole, ma l'accordo è lontano: la sinistra non molla, ricatta, e rischia di far saltare la riforma elettorale
Altro che accordo sulla legge elettorale: è guerra fredda tra Pdl e Pd. A parole tutti vogliono riformare il "porcellum", ma la ricerca di un'intesa porta con sé soltanto maggiori tensioni. E a rivelarle è il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che dopo aver sottolineato come con l'ok del Pd "la riforma la possiamo scrivere anche stasera", spiega che a bloccare tutto è la posizione del leader del Pd, Pier Luigi Bersani. "Non sia testa dura - gli ha intimato l'ex Guardasigilli -, altrimenti dovrà spiegare agli italiani che vuole tenersi il porcellum. Noi siamo dell'idea che il partito deve essere il beneficiario di un premio di maggioranza e non la coalizione - ha ribadito Alfano -. Speriamo il Pd si orienti su questa strada, e vorrei ricordare a Bersani che queste cose gliele diciamo da settimane, e non da ora". Dunque, "se il Pd rimane sulle sue posizioni, vuol dire che testardamente non vuole riformare la legge elettorale". E ancora: "Al Pd diciamo che abbiamo il serio intendimento di approvare la legge elettorale. Se il Pd dice sì alle preferenze, all'elezione diretta di deputati e senatori, siamo pronti a chiudere l'intesa già stasera". La posizione del Pd - Di riforma elettorale hanno discusso Bersani, Casini e Fini in un lungo vertice a Montecitorio. E la posizione del Pd non cambia. "Non abbiamo mai demonizzato le preferenze - ha spiegato Bersani -, ma quando si arriva in campagna elettorale ci sono i costi. E' un meccanismo che contiene dei rischi maggiori di un meccanismo basato su un territorio". Secondo il leader del Pd va preservato "il principio che un cittadino deve scegliere il suo parlamentare". Così, l'unica cosa da chiarire, secondo Bersani, "è che se si vuol fare alla svelta, la soluzione si trova". E ancora: "Si può fare, anche in ragione della nostra flessibilità, con un primo passaggio stando ai principi che la sera stessa ci deve essere qualcuno che può governare e che il cittadino deve scegliere il proprio parlamentare". Casini e Fini - Il Pdl, al contrario, rilancia con la sua proposta: "Vogliamo il premio di maggioranza al primo partito e chiediamo che ci siano le preferenze". Poi le differenze con il Partito Democratico: "Loro preferiscono i collegi e il premio alla coalizione. Su questo c'è divergenza. Se si trova l'accordo su questi due punti, ci sarà l'intesa", ha sottolineato Alfano. Pier Ferdinando Casini e l'Udc, da par loro, spingono per un proporzionale alla tedesca. Secondo Casini, chi mette troppi paletti sulla legge elettorale "vuol dire che vuole tenersi il Porcellum". Quindi la battuta di Gianfranco Fini, che chiede di aggiornare il bipolarismo, poiché quello italiano non può rimanere "così come è stato dal 1994 a oggi, come un derby di tifoserie contrapposte, senza la condivisione di valori di fondo. Il bipolarismo - ha concluso Fini - si preserva con una legge elettorale di un certo tipo, ma anche con la consapevolezza che non c'è nulla di scandaloso se in momenti di crisi si lavora insieme per uscirne".