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Torna l'asse tra Pdl e Lega Passa il semipresidenzialismo

Lucia Esposito
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  Torna l'alleanza Pdl e Lega che in Senato ha dato il via libera all'articolo 9-bis del disegno di legge sulle riforme istituzionali. L'articolo aggiuntivo, modificando l'articolo 94 della Costituzione, prevede l'elezione diretta del Presidente della Repubblica: "Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale e diretto. Sono elettori tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore età", recita il testo dell'articolo presentato da Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, presidente e vice presidente dei senatori che, tra l'altro, propongono anche un emendamento secondo cui il Presidente della Repubblica non sarà più capo del Consiglio superiore della Magistratura.  Il semipresidenzialismo al primo passaggio al Senato, ha raccolto i sì di Lega, Pdl e Coesione nazionale. I senatori di Pd e Idv hanno abbandonato l'aula, mentre Fli si è astenuta. Torna quindi l'asse tra gli ex alleati di centrodestra, già compatti per il voto di fine giugno sul Senato federale nonostante la precedente bocciatura in commissione Affari costituzionali. Non sono mancate polemiche perché il voto ha spaccato il Pdl: si sono astenuti Giuseppe Pisanu e Giuseppe Saro.   Il dissenso di Pisanu «Io esprimo il mio dissenso dal gruppo- ha detto in Aula l'ex ministro dell'Interno - non solo su questo emendamento ma anche sugli altri emendamenti connessi tutti a firma Gasparri-Quagliariello sul il semi presidenzialismo. Io continuerò a sostenere il testo concordato dalla maggioranza Abc e mi asterrò sugli emendamenti riguardanti il semipresidezialismo. Sono favorevole al semi presidenzialismo, ma ritengo che la via seguita in questa sede sia sbagliata. Nella migliore delle ipotesi essa ci porterà a una bandiera da sventolare, posto che trovi vento e non a un progetto da realizzare». Per Pisanu «una riforma così impegnativa infatti avrebbe richiesto almeno 3 condizioni: un ampio dibattito preparatorio; una formulazione organica e una maggioranza larga in grado di sostenerla fino in fondo. E invece ci siamo trovati con una manciata di emendamenti presentati in aula contro l'opinione di una parte considerevole della larga maggioranza che si era raccolta attorno al'originario pacchetto di riforme. Soddisfatto Gasparri  Grande la soddisfazione di Gasparri: che ha presentato il testo dell'articolo: "E' un voto storico quello con cui oggi il Senato ha dato il via libera al presidenzialismo nella nostra Costituzione. E' una scelta che guarda al futuro, ad un rafforzamento della democrazia diretta e dei sistemi di partecipazione dei cittadini alla vita delle Istituzioni".  Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri. "Rivendichiamo il merito di aver avanzato questa proposta, che non è improvvisata ma che invece affonda profondamente le sue radici nel dibattito della nostra Repubblica democratica - prosegue Gasparri -. Da tempo si avvertiva l'esigenza di una modifica del nostro impianto costituzionale. Una battaglia che attraversa tutta la storia italiana e che coinvolge i suoi maggiori esponenti, da Valiani a Calamadrei, da Almirante a Berlusconi ed a tutto il Pdl. Il presidenzialismo in Italia è perciò una battaglia pluridecennale, frutto anche di un processo di 'presidenzializzazionè della nostra struttura costituzionale.  Non è quindi una scelta di propaganda e nemmeno una bandiera da sventolare, come qualcuno a sinistra si affanna a ripetere. In Parlamento chi oggi non ha votato il presidenzialismo si è opposto ad un richiesta condivisa di rafforzamento della democrazia, che specie in un momento di così diffusa crisi della politica sarebbe stata una risposta efficace. Il Popolo della Libertà invece ha deciso di lanciare questa sfida, nella convinzione che la partecipazione diretta dei cittadini all'elezione del Capo dello Stato non è semplicemente una modifica costituzionale, ma un risarcimento della sovranità popolare"      

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