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Lunedì da incubo in BorsaChe wurstel per Angela:Berlino peggio di Milano

Avvertimento dei mercati: stop con la linea del rigore. Francoforte lascia il 3,18%, Milano il 2,76%. Spread a 520

Lucia Esposito
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Dopo il venerdì nero, un lunedì ancor più drammatico. Il fim ricomincia laddove era terminato alla chiusura dei mercati di venerdì scorso: con gli occhi puntati ai listini e il fiato sospeso. Nelle prime ore del mattino lo spread è schizzato a 520 punti in Italia (chiudendo a 516 con un rendimento al 6,33%), in Spagna a 630 (ha chiuso a 625, ai massimi storici, con rendimenti al 7,49%). Altissima la tensione e ovvie le ricadute anche in Borsa, dove le vendite si concentravano sui bancari. In mattinata la flessione dell'indice milanese era arrivata anche a 5 punti percentuali. Nel pomeriggio un lieve recupero: intorno alle 14.30 il paniere principale Ftse MIb perdeva il 3,55%, mentre il complessivo All Share il 3,49 per cento. Poi, nella chiusura delle contrattazioni, un colpo di reni: la Borsa è riuscita a chiudere una giornata di passione sopra i minimi di seduta: l'indice Ftse Mib ha lasciato il 2,76%, mentre l'All Share il 2,92 per cento. Una perdita pesante, ma comunque contenuta rispetto ai crolli di giornata. Ma soprattutto una perdita inferiore rispetto a quella registrata dalla Borsa di Francoforte, peggiore tra le big europee, che ha lasciato il 3,18%: un avvertimento dei mercati alla cancelliera del rigore, Angela Merkel. La linea intransigente di Frau Angela - criticata anche da Monti impegnato in Russia - ha spinto il Vecchio Continente a un passo dal precipizio, e a pagarne dazio sarebbe anche Berlino: le vendite hanno cominciato a puntare Francoforte. La Germania sta infatti spingendo per la Grecia fuori dall'euro (ve ne diamo conto nel resto dell'articolo), e soprattutto tiene bloccato il meccanismo salva-spread: il suo funzionamento è appeso alla decisione della Consulta tedesca, che si pronuncerà il 12 settembre. Un'eternità per i mercati, che lanciano un avvertimento al cuore del sistema europeo, proprio a Berlino.  Le Borse in profondo rosso - La giornata in Borsa è stata negativa per tutti i listini europei, che sono riusciti comunque a guadagnare terreno nelle battute finali  con l'eccezione di Atene, che ha lasciato l'8,10 per cento sulle voci che danno la Grecia ormai fuori dall'Europa. La peggiore tra le big europee, a giochi fatti, come detto è stata Francoforte, con un calo del 3,18 per cento. Madrid ha lasciato l'1,10%, Londra il 2,14% e Parigi ilò 2,62 per cento. Anche l'euro, la moneta unica sull'orlo del baratro, pagava pesante dazio: dopo essere sprofondato sotto 1,21 dollari, risaliva fino a 1,2105 dollari.  Germania all'attacco - Sui mercati come macigni le parole del vicecancelliere tedescho Philipp Roesler che, al Der Spiegel, ha spiegato che la Grecia rischia di uscire dall'euro: "Il suo addio alla moneta unica sarebbe sostenibile", ha spiegato. La Germania, infatti, accusa Atene di essere inadempiente e il Fondo monetario internazionale, secondo quanto riporta Der Spiegel, sarebbe pronto a bloccare gli aiuti. Il vicecancelliere tedesco, il liberale Philipp Roesler ha precisato: "Da tempo penso che non sarebbe più un dramma l'uscita della Grecia dall'euro". Che ha aggiunto: per me l'uscita dalla Grecia dalla moneta unica da tempo non è più un incubo terrorizzante. Se la Grecia non rispetta più i doveri degli impegni assunti con i creditori, allora non riceverà nuovi pagamenti". Secondo il quotidiano tedesco, la Grecia potrebbe fallire a settembre. La notizia della chiusura dei rubinetti europei per gli aiuti tedeschi, non è stata ancora smentita dal commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn. "Non sappiamo da dove vengano queste informazioni, non facciamo commenti". In Spagna, la regione autonoma spagnola della Murcia ha presentato ufficialmente la sua richiesta di salvataggio al governo spagnolo.  La difesa della Bce La Bce ha rifiutato di accettare i titoli greci come collaterale a garanzia di finanziamenti alle banche. Sicuramente l'intervento del vice della Merkel contribuisce a spingere la Grecia fuori dall'Europa ed allarga la fossa che molti stanno scavando per l'euro. Come scrive Repubblica il problema è che l'Unione monetaria è arrivata alla battaglia finale e la possibilità che possa perdere per strada pezzi minori come la Grecia sembra quasi secondaria rispetto al rischio di un naufragio collettivo che incombe su tutte le capitali. L'ultimo strenuo difensore dell'euro è rimasta la Banca centrale europea con la lapidaria affermazione di Mario Draghi: l'euro è irreversibile. Tuttavia il presidente della Banca centrale europea deve fare i conti con forti resistenze: prima tra tutti quella tedesca. Lo stesso Roesler, dopo le affermazioni del presidente della Bce, si è scagliato contro ogni ipotesi di acquisto di titoli spagnoli da parte della Banca centrale.

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