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Bersani e Casini cuori lontani:la coppia scoppia sui matrimoni gay

Il leader Udc: "Matrimonio gay segno d'inciviltà, noi diciamo no". Il Pd s'arrabbia: "Non puoi dirci tu con chi allearci". Pierluigi imbarazzato. L'intesa appena cominciata è già finita?

Giulio Bucchi
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  Da coppia di fatto a coppia scoppiata. Tra Pierferdinando Casini e Pierluigi Bersani ci hanno mezzo il dito i gay, anzi i matrimoni gay. Come già capitato sabato scorso all'assemblea del Pd, con la contestazione a Rosy Bindi, il tema del riconoscimento delle unioni omosessuali rischia di diventare decisivo nella lunga volata elettorale. Spacca alleanze, impedisce abboccamenti, allontana inciuci. Il leader dell'Udc è stato perentorio: "Il matrimonio gay è segno di profonda inciviltà, è una distorsione della natura, sulla natura. Dobbiamo essere chiari, difendiamo temi eticamente sensibili non per essere politicamente corretti nelle stanze del Vaticano, ma perché riteniamo che ci sia una disgregazione che aleggia sulle nostre famiglie, sull'organizzazione sociale". Se intesa c'è, è solo con i cattolici del Pd, la minoranza nel partito di Bersani: "Contro tutto e contro tutti ci siano trovati coesi sul tema delle convivenze e delle coppie gay - ammette Casini -. Concedere loro di diventare genitori è sintomo dell'egoismo di due   uomini, o due donne, che desiderano avere una maternità e paternità anche a discapito del bambino, che, in questo caso, sarebbe la parte lesa. Ebbene - conclude il leader centrista - noi siamo dalla sua parte, dalla parte del più debole." Partito da pazzi - Se il giudizio su Bersani è buono, decisamente duro quello sul Partito democratico: "Senza di loro questo paese difficilmente si può governare, riconosciamo che Bersani è una persona seria e che il gruppo intero si è sacrificato, non andando alle elezioni e facendo una scelta di responsabilità. Ma fermiamoci qui perché per il resto il Pd desta parecchia perplessità, basti pensare - conclude - alla confusione tra Fassina e Enrico Letta. Lasciamo perdere l'entusiasmo verso le sinistre e cerchiamo di essere sempre ponderati". Le critiche a Pieferdy - Parole che non fanno piacere ai democratici. Dario Franceschini respinge l'aut aut di Casini: "Non venga a dettare condizioni e a dire che si allea se non ci sono Sel o l'Idv. Noi puntiamo ad allargare il nostro campo e siamo pronti ad allargarci all'Udc, ma non a scaricare Sel che è espressione di mondi a noi vicini". Sel di Nichi Vendola che, per inciso, è massimo sostenitore dell'apertura ai matrimoni gay. L'attivista e deputata Paola Concia è stupita: "Consiglio a Casini, che vuole rappresentare i moderati, un po' di misura e moderazione quando si parla di diritti civili, perché in tutta Europa i moderati non usano le parole che lui ha utilizzato oggi, che ricordano più le scempiaggini dette da un estremista ultra conservatore, piuttosto che le parole di un leader centrista che vuole governare il paese.  E Bersani? - E in tutto questo bailamme, Bersani che dice? "L'Italia ha dei problemi veramente seri e non si può tutti i giorni discutere su tatticismi". "Noi - ha continuato - organizzeremo il campo dei progressisti e un centrosinistra di governo e ci rivolgeremo alle forze di centro per un patto di legislatura in nome dei grandissimi problemi che ha questo paese. Se vorranno accettarlo lo accetteranno, se non vorranno accettarlo non lo accetteranno. Non è che tutti i giorni dobbiamo misurare la temperatura". Nelle crisi di coppia, un po' di distanza serve sempre. Forse.          

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