Monti, basta lezioncine: lo spread fa 500
Il premier glissa: "Il differenziale è calato, poi è cresciuto. Si è ridotto, meno di quanto speravamo". Un anno fa per gli stessi motivi Berlusconi fu costretto ad andare a casa
Mario Monti ha provato a far finta di nulla, a glissare, a dare lezioncine alla stampa che lo pizzica. Lo spread lo riporta a terra, di peso: questa mattina il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi ha sfiorato il massimo di seduta di 500,40 punti base, con un rendimento al 6,13 per cento. Sfondata anche la soglia simbolica, ora c'è da tremare di nuovo, come lo scorso autunno. Spread fatale - Nell'ottobre 2011 c'era Silvio Berlusconi. L'11 novembre, all'annuncio delle sue dimissioni, lo spread si abbassò di peso a quota 456, sorta di sospiro di sollievo della finanza italiana ed europea dopo settimane di pericolosissimi flirt con quota 500. Arrivò Monti e a marzo il differenziale scese fin sotto quota 300. Tutto risolto, si diceva. Fiducia in Monti, conferma che il problema era Berlusconi. In realtà tutto dipendeva dalle due aste di finanziamento a lungo termine della Bce, che ha immesso liquidi nelle banche per oltre 1.000 miliardi di euro. Un momento felice destinato a finire presto sotto i colpi della crisi, greca, spagnola, italiana. Critiche e autocritiche - E Monti? Ancora questa mattina ha provato a scherzare, a minimizzare appunto. In conferenza stampa cita senza nominarlo Il Giornale e spiega: "Vorrei che gli italiani non si facessero fuorviare da interpretazioni fantasiose. Leggo oggi su un quotidiano: 'Due governi, stesso spread'. Ma ne ha per tutti, il Prof. Per noi di Libero, colpevoli di aver titolato 'Siamo condannati a 20 anni di Monti': "L'ho letto, mi ha fatto trasalire. Noto che sottilmente nell'articolo si parla di Ventennio, un termine molto più evocativo. Certo - prosegue con ironia mista a stizza - ci sono tanti modi per lasciare una traccia durevole nel Paese...". E a Panorama, che in copertina titolava 'Sei in vacanza, vergognati!' riferendosi alla presunta idea del governo di 'toglierci le ferie' Monti replica: "Non abbiamo intenzione di farlo", Tutti questi, conclude il premier, sono "titoli ad alta emotività e basso realismo". "Sì, siamo delusi" - "Nel novembre del 2011 - elenca poi Monti - lo spread tra Italia e Germania era a 574. Undici mesi prima, nel novembre 2010 era a 160. Ha avuto un aumento di 414. Oggi, rispetto a novembre 2011 siamo a 490. C'è una riduzione, che è certamente deludente, perché me la sarei aspettata molto più rilevante, di 84 punti". La delusione, mascherata da toni flautati e sobri, assomiglia a una bocciatura per i tecnici: "Abbiamo sempre pensato che provvedimenti di riforme strutturali e risanamento dei conti avrebbero avuto effetti positivi su crescita e occupazione, ma lentamente, purtroppo ci vorrà ancora un po' di tempo". Quello che agli altri premier i mercati non hanno mai concesso. E nemmeno Monti di tempo ne ha poi così tanto.