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Partorisce due gemelli: uno finisce nella spazzatura e muore

La madre, italiana, è una 21enne di Ozzano. Il bimbo sopravvissuto è in incubatrice al sant'Orsola

Andrea Facchin
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  La scorsa notte, una madre di 21 anni che vive insieme ai genitori ad Ozzano Emilia, in provincia di Bologna, ha dato alla luce in casa il primo di due gemelli di 22 settimane, lo ha messo in un sacchetto di plastica e l'ha gettato nella spazzatura. Il secondo bimbo l'ha partorito all'ospedale sant'Orsola di Bologna e ora si trova in incubatrice. L'allarme - Ad accorgersi di quanto era successo, sono stati proprio i medici del sant'Orsola, dove la ragazza era stata accompagnata dai genitori per partorire. Dalle condizioni della placenta e del cordone ombelicale, i dottori si sono resi conto che in realtà si trattava di un parto gemellare. Interrogata, la ragazza ha negato, così da allertare i sanitari, che hanno chiamato il 113. Successivamente, la madre avrebbe ammesso di aver gettato il primo bambino in un cassonetto vicino casa sua. La polizia si è recata subito ad Ozzano, ma una volta arrivati sul posto, gli agenti hanno trovato il corpicino privo di vita del bimbo nel sacchetto. Domenico Amabrosino è il pm che si sta occupando della vicenda. Per capire a quali provvedimenti andrà ora incontro la ragazza, bisognerà stabilire se il bambino è nato vivo o morto. Le indagini - La procura di Bologna si è messa al lavoro e sta indagando sull'ipotesi di interruzione alla gravidanza in base alla legge 194 sull'aborto. Polizia e procura stanno cercando di ricostruire tutti i passaggi del caso: oltre ad individuare chi ha effettivamente gettato il feto nel cassonetto, gli inquirenti dovranno stabilire se il parto è avvenuto in modo naturale o è stato indotto, e capire se la ragazza ha agito da sola oppure con l'aiuto di terzi. "Per la qualificazione giuridica del reato - ha spiegato il magistrato - occorre attendere l'esame medico legale (che sarà eseguito con l'ausilio di un neonatologo), perchè è fondamentale accertare se il bimbo sia nato vivo oppure no". Il procuratore aggiunto Valter Giovannini, portavoce della Procura di Bologna, in merito alla vicenda ha dichiarato: "È una vicenda drammatica anche perchè accaduta in un contesto territoriale ove bastava chiedere aiuto sociosanitario per ottenerlo".  

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