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La Bindi alla Festa dell'UnitàGrida e insulti dai gay:"Rosy, dici solo cazz..."

La presidente del Pd: "Non c'è nessuna divisione". Poi ricorda che le nozze omo sono vietate dalla Costituzione e scatta il caos

Andrea Tempestini
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Il mondo omosessuale (di sinistra) ha un nuovo nemico: Rosy Bindi, la presidente del Partito Democratico, che all'assemblea del partito di sabato scorso ha negato la votazione su un ordine del giorno che prevedeva - esplicitamente - le nozze gay. Il Pd si è spaccato (come al solito) e le polemiche sono proseguite per giorni. Ma questa è un'altra storia. Già, perché Rosy, mercoledì sera, ha preso parola alla Festa dell'Unità di Roma. "Garantiremo i diritti alle unioni civili nel solco della Costituzione", ha affermato. Un modo più elaborato per dire: "Le nozze gay sono vietate". Ed è scattata la contestazione di alcuni giovani e coppie omosessuali: "E' falso, dici solo cazzate", gli gridavano i contestatori. La situazione si è surriscaldata. Poi la replica della Bindi: "Noi siamo chiamati a governare il paese, non una minoranza", ha affermato, irritata, lasciando intendere che per i gay del Pd "non c'è trippa per gatti". Insomma, si è riproposto il quadretto di grida e insulti in "salsa sinistra". E pensare che la Bindi, solo qualche minuto prima, aveva dichiarato: "Non esistono fratture, non c'è nessuna questione aperta". Peccato che subito dopo, nella casa del Pd, alla loro Festa dell'Unità tutta Bandiera Rossa e salamella, la querelle si è riproposta e le divisioni sono subito tornate a galla. 

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