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Urru libera, ecco la trattativa: 30 milioni agli emiri di al Qaeda

Un manifesto per la liberazione di Rossella Urru

Giulio Bucchi
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  Rossella Urru è libera e oggi pomeriggio tornerà in Italia. E' dunque finito dopo 9 mesi l'incubo della cooperante sarda rapita lo scorso 23 ottobre a Tinduf, in Algeria, dove era impegnata in un campo profughi Saharawi. E in attesa di rivederla nella sua Samugheo in festa (è partita questa mattina intorno alle 9 da Goa, in Mali), si inizia a diradare la nebbia sulle modalità della liberazione. Massimo Alberizzi, inviato del Corriere della Sera, ricorda il ruolo fondamentale degli emiri di Aqmi, regione del Mali autoproclamatasi autonoma e in mano ai fondamentalisti islamisti vicini ad al Qaeda. Con gli emiri hanno trattato emissari del presidente del Burkina Faso Blaise Campaoré e i servizi segreti di Italia e Spagna (due gli attivisti iberici liberati insieme alla Urru), e con loro si è arrivato all'accordo: scambio tra ostaggi e detenuti politici e versamento di un congruo riscatto. I rapitori avevano chiesto 10 milioni di euro a ostaggio, l'accordo è arrivato per qualcosa in meno dunque di 30 milioni. L'emiro Abdul Hakim a Gao ha ricevuto i soldi e dato il via libera alla liberazione degli ostaggi europei. Fondamentale la partecipazione alla trattativa del mediatore che lo scorso 17 aprile ha ottenuto la liberazione di Maria Sandra Mariani, anche lei presa in ostaggio in Algeria il 2 febbraio 2011.     

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