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Berlusconi tradisce Bossi: incontra il nuovo capo Maroni

Il Cav incontra Bobo a pranzo per parlare di legge elettorale: intesa vicina. E il Senatùr ormai è ai margini

Giulio Bucchi
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Torna l'asse Pdl-Lega, ma resta a casa Umberto Bossi. Nel giorno in cui Pierferdinando Casini si allontana con decisione da Silvio Berlusconi ("Il suo ritorno è un film dell'orrore", ha detto il leader Udc), il Cavaliere si riavvicina al Carroccio incontrando all'ora di pranzo Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Il tema forte del faccia a faccia era la legge elettorale e il futuro candidato premier del Pdl avrebbe aperto alle richieste degli ex (?) alleati: premio di governabilità alla coalizione che supera il 45% dei voti a livello nazionale con uno sbarramento del 6% in almeno tre circoscrizioni a livello regionale. Un asse rinnovato anche perché l'obiettivo di Berlusconi è quello di sbarrare la strada ad una possibile intesa tra Pd e Udc. "Non ci facciamo imporre un sistema elettorale dalla sinistra che ha l'unico obiettivo di togliere di mezzo noi e voi", avrebbe sostenuto il Cavaliere con Maroni e Calderoli. Si prepara dunque una 'battaglia comune in Parlamento anche se pure dal Pdl non escludono in futuro un nuovo legame con la Lega, ma non necessariamente pre-voto. Tra il Pdl e l'Udc si è aperta una sorta di 'guerra fredda', con tutti i parlamentari di via dell'Umiltà invitati a replicare alle critiche mosse da Casini, che continua a lavorare sotto traccia per presentare il suo nuovo partito a fine settembre con nomi come quelli dei ministri montiani Passera, Ornaghi e Riccardi. Scenari futuri dai quali sembra escluso, una volta per tutte Bossi. Sebbene l'attuale presidente della Lega continui a rivendicare l'imprescindibilità del proprio ruolo, l'impressione dentro e fuori da via Bellerio è che per il Senatùr non ci sia più spazio. Per lui, il ritorno resterà un'utopia.

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