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Ecco la sua Rivoluzione: legalizzare la prostituzione e tutti a scuola alle 10

Il critico e il simbolo del

Il critico d'arte presenta il suo movimento politico, il "Partito della Rivoluzione"

Andrea Tempestini
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Ma davvero pensavate che Vittorio Sgarbi si sarebbe arreso? Che avrebbe rinunciato all'idea di confutare le idee degli altri, in modo da creare un frullatore mediatico nel quale buttar dentro tutto e il suo esatto contrario? Sbagliato. Sgarbi è tornato a fare Sgarbi, dando vita al Partito della Rivoluzione. E allora avanti tutta con il programma e le «cinque giornate della rivoluzione» (la prima a Milano il 23 luglio) e poi basta con la legge Merlin. «Riapriamo la case chiuse», è il primo grido di battaglia di Sgarbi, lo stesso del 2009 quando da sindaco di Salemi si batté per riconoscere a tutti il diritto alla casa. L'idea, di per sé, non è nuova, ma ha sempre un suo appeal. Anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha deciso di rilanciare la battaglia contro la prostituzione, con tanto di tour notturno in moto per verificare il lavoro delle forze dell'ordine contro la prostituzione in strada. Anche gli altri punti programmatici vanno nella direzione del buon senso comune: diminuzione della pressione fiscale al 35%, campanella alle 10 per gli studenti e introduzione di un ministero del Tesoro per i Beni culturali, riproposizione del doppio prezzo euro-lira che potrebbe riuscire a tutelare i consumatori dalla speculazione finanziaria.  Nei piani di Sgarbi il Partito della Rivoluzione  potrebbe ottenere almeno il 10% dei consensi piazzandosi subito dietro la lista dell'Aquilone, quella del Cavaliere. «Il Pdl è morto, al Nord lo chiamano “il Pdl”, a Sud “la Pdl”, è una creatura nata male». E poi c'è la destra e Grillo. «A destra bisogna creare un riferimento che sia protestatario quanto Grillo e gli impedisca di fare razzia. Ecco la mia rivoluzione: contro strutture obsolete, ridicole, di morti di sonno». E con la vecchia Forza Italia come la mettiamo «Si spacchetta in Forza Italia senior, dove Berlusconi sarà costretto a essere capolista con quelli che da più tempo sono con lui, e prenderebbe il 12% e una Forza Italia junior per fare spazio ai volti nuovi», spiega Sgarbi «e aggiungiamo altre liste tipo quella di Bertolaso, di Montezemolo e gli animalisti della Brambilla. Io raccolgo quelli arrabbiati che non vogliono stare con nessuno, protestano ma non vanno a sinistra». Dato il quadro generale c'è anche il pittore che dovrà unire i punti. «Il mio candidato premier è Carlo Petrini (presidente di Slow Food ndr),», dice Sgarbi, «perché Berlusconi non ha detto che si ricandida, ma guiderà il partito. Vedrà che segue il mio consiglio». di Enrico Paoli

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