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Firenze come il Sahara: Renzi taglia l'acqua

L'ordinanza del sindaco rottamatore contro la siccità: vietato anche bere dal rubinetto. Per chi trasgredisce multe fino a 500 euro

Andrea Tempestini
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  di Enrico Paoli A Roma è emergenza primarie. A  Firenze, invece, è scattata l'emergenza siccità. Nell'uno e nell'altro caso il protagonista è sempre lui: Matteo Renzi, giovin sindaco della città del giglio con il pallino della rottamazione. E se per le primarie può prendersela con i  compagni -  compagni, soci della stessa ditta semmai - di partito, contro  la carenza che sta lasciando a secco la sua città non nemmeno prendersela con Mario Monti, al grido del solito «piove, governo ladro». Perché il cielo della Toscana è sereno da giorni, con la colonnina di mercurio ben al di sopra delle medie stagionali, e non  piove da almeno due settimane. Questa combinazione di fattori ha fatto scendere il livello dell'invaso di Bilancino - il lago artificiale realizzato nel Mugello per dissetare Firenze - ai minimi storici. Per questa ragione il sindaco del capoluogo toscano ha firmato un'ordinanza con la quale si stabilisce che l'acqua potabile può essere usata «solo ed esclusivamente per usi alimentari e igienici».  Dunque non si può annaffiare giardini, prati ed orti, lavare cortili e piazzali, lavare «in proprio»  auto, moto e altri veicoli, riempire vasche da giardino, fontane ornamentali e simili, anche se provviste di impianti di ricircolo. Chi trasgredisce rischia una multa, con una sanzione pecuniaria che va da 25 a 500 euro. I divieti elencati nell'ordinanza emessa dal sindaco Renzi  non valgono per chi usufruisce di un pozzo privato. Il provvedimento di Palazzo Vecchio consiglia pure di usare il meno possibile l'acqua potabile. L'impianto dell'Anconella, principale presa dell'acquedotto in città, è a monte della zona urbana e influisce sulla portata dell'Arno quando attraversa Firenze. «Ciò può provocare un eventuale ulteriore peggioramento della qualità dell'acqua dell'Arno», si legge nel dispositivo emanato dall'amministrazione fiorentina, «l'innescarsi di fenomeni influenti sulla qualità igienica generale e conseguentemente sulla salute pubblica». Insomma, non solo i fiorentini devono far seccare le piante, ma non devono nemmeno bere  dal rubinetto di casa per non “assetare” il fiume cantato da Dante. Il danno e la beffa. Certo, le condizioni climatiche non hanno dato una mano a Firenze e alla sua amministrazione, costretta a ricorre a provvedimenti drastici come se fossimo nel deserto e non nel centro dell'Italia, ma la solita assenza di invasi e pianificazione idrogeologica  sta peggiorando le cose. «Nel corso del 2011, in Toscana, è piovuto molto poco rispetto alle medie, anche il 50% in meno», spiega l'assessore all'ambiente Caterina Biti, «e quest'anno, per ora, è andata ancora peggio, con un deficit di precipitazioni del 75%.  Questo naturalmente ha causato una forte sofferenza per fiumi e falde, oltre che per Bilancino. Le misure dell'ordinanza sono indispensabili per fronteggiare la situazione e prevenire i possibili problemi». Siccità: allarme Arno, per gli esperti: "situazione critica" Relativamente alla situazione dell'Arno,  vittima della siccità e della pessima gestione del territorio, già ad aprile la Regione Toscana ha dichiarato lo stato di emergenza. E con l'approssimarsi dell'estate, quasi tutti i Comuni della Provincia di Firenze hanno emanato le ordinanze di divieto per usi di acqua potabile diversi da quelli alimentari ed igienico-sanitari.  

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